Se vi dicessi che lo sporco e il cibo sul pavimento nel II secolo a.C. diventò un’opera d’arte che viene ripresa ancora oggi, ci credereste? Stiamo parlando dell’asàroton, parola greca che significa “non spazzato”.
Cos’è l’asàroton
L’asàroton è un tipo di mosaico pavimentale che raffigura un pavimento non spazzato, non pulito, bensì ricoperto da numerose quantità di cibo. Ad inventare questo motivo fu il mosaicista greco Soso di Pergamo (II sec. a. C.), che conosciamo grazie a Plinio il Vecchio il quale ne parla nella sua opera “Naturalis Historia” (36, 184):
“Celeberrimus fuit in hoc genere Sosus, qui Pergami stravit quem vocant asaroton oecon, quoniam purgamenta cenae in pavimentis quaeque everri solent velut relicta fecerat parvis e tessellis tinctisque in varios colores “
trad: “Fu famosissimo in questo genere Soso, che a Pergamo creò (lett. stese a terra, lastricò) quello che chiamiamo asaroton oecon (pavimento non spazzato), poiché gli scarti della cena sul pavimento, che solitamente vengono spazzati via, li aveva fatti in un certo senso restare con tessere piccole e tinte di vari colori.”
È un Emblema in opus vermiculatum, nel quale sono stati utilizzati materiali sia naturali che artificiali. L’artista raffigurò, su fondo bianco, in modo tridimensionale (ognuno con la propria ombra) e policromo, i resti di un pasto sparsi per terra: bucce, noccioli, pane, lische di pesce, frutta…
L’asàroton dei Musei Vaticani
L’originale dell’opera purtroppo è andato perduto, ma questo tema è stato riprodotto nel tempo molteplici volte. Un asàroton che corrisponde al periodo di Soso è quello di Vigna Lupi a Roma. Venne scoperto nel 1883 sull’Aventino da Achille Lupi e acquistato per 1400 scudi dallo Stato Pontificio; ora è custodito presso i Musei Vaticani. Il mosaico venne realizzato dal mosaicista greco Eraclitos la cui paternità si può evincere dalla scritta sull’opera che recita: “ERACLITOS ERGASATO” cioè “Eraclito l’eseguì“. Questo asàroton è pieno di avanzi di cibo come zampe di pollo, conchiglie, frutti di mare e di terra, frutta secca ed è presente anche un topolino che rosicchia un guscio di noce. Sono rappresentate inoltre sei maschere del teatro greco, al di sotto delle quali è riportata la firma dell’autore.
Le copie dell’opera
Un altro esempio di asàroton lo troviamo presso il Museo archeologico nazionale di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia. Diversi sono in giro per il mondo, realizzati anche con tecniche differenti. Nell’anno accademico 2017/2018 gli allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli hanno realizzato una rivisitazione del pavimento non spazzato. Si tratta un tavolo non sparecchiato con sopra chiavi, occhiali, tazzina di caffè, caramelle, frutta, accendino, schiaccianoci…
Dopo aver conosciuto questo mosaico, viene da pensare che ogni qualvolta si sparecchia una tavola, potremmo gettare nella spazzatura un’opera d’arte.
Foto di Chiara D’Alfonso