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Clubhouse: il nuovo oggetto del desiderio

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Clubhouse: il nuovo oggetto del desiderio

E’ il nuovo oggetto del desiderio. Senza invito, sei fuori. Parliamo di lui: Clubhouse!

Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,
Donne, ragazzi, vecchi, fanciulle

Così recitava la famosa aria tratta da “Il barbiere di Siviglia”. Strofa quanto mai attuale e che calza a pennello alla smania di appartenenza alla nuova community che ha preso piede nelle ultime settimane. Si, stiamo parlando di Clubhouse.

Cosa è Clubhouse?

Non è propriamente corretto definirlo un social perché andremmo a sminuire quella che è la reale funzionalità dello stesso. Qui “ci metti la faccia” o meglio, la voce.

Non ci si limita a postare la foto di un bellissimo tramonto che tanti likes ci porterà ma bisogna avere dei contenuti da condividere, delle idee da perseguire e tanta voglia di confrontarsi.

Clubhouse nasce in un momento storico dove il bisogno di contatto, la necessità di sentirci vicini agli altri la fa da padrona ed è per questo che il modus operandi dell’app sembra l’idea del secolo.

Quanti di noi, in questo lungo periodo di lockdown (seppur intervallato), hanno avuto modo di partecipare a videochiamate dalle durate bibliche, dove ci si teneva compagnia ma rimanevano fini a sé stesse? Tanto poi da essere quasi stufi di parteciparvi e sentire la voglia di fare quel “level up” nello scorrere delle nostre giornate.

Ecco, Clubhouse è riuscita in questo.

Clubhouse stravolge le regole

Tanti la definiscono una radio 3.0 in grado di metterci in contatto con persone con le quali non avremmo MAI (o forse) avuto possibilità di scambiarci quattro chiacchere. Il funzionamento è molto semplice, ancora troppo “elitario” ma provo a spiegarvelo.

L’accesso a Clubhouse è ristretto ai soli utenti iOS (quindi bisogna essere in possesso di un iPhone e/o iPad) e si accede tramite invito.

Una volta scaricata l’app ed effettuata la registrazione, si viene messi in una waiting list dalla quale si esce solo nel momento in cui uno dei nostri contatti presenti in rubrica (si, l’app vi richiede di sincronizzare la vostra rubrica per trovare i contatti già presenti su Clubhouse. No, non dite che è violazione della privacy perché date voi il consenso) ci omaggia di uno dei due inviti che vengono messi a sua disposizione al momento dell’ingresso al Tempio di Apollo.

Stessa sorte toccherà anche a voi. Due inviti da mettere a disposizione di vostri contatti in possesso di dispositivi iOS.

Ma badate bene alle scelte che fate. Come detto, Clubhouse è una piccola grande élite ed anche severa. Ciò che viene dato può essere tolto in qualsiasi momento. Se uno dei contatti che avete aggiunto a Clubhouse dovesse avere dei comportamenti non consoni alla piattaforma, gli utenti hanno possibilità di segnalare quel singolo utente che verrà ammonito ed al secondo comportamento scomodo verrà espulso dall’app ed il suo “benefattore” che lo ha inserito nella community verrà ammonito anche lui.

Come utilizzarlo

Fatta questa “breve” premessa, Clubhouse si compone e si suddivide in tante rooms dagli argomenti più disparati: dalla rassegna stampa mattutina, al confronto sulle playlist della nostra adolescenza, alla possibilità di condivisione di idee e progetti con persone di “alto livello” (in America, c’è chi giura di aver avuto modo di confrontarsi con Elon Musk).
Il potenziale di questa piattaforma è infinito ma il rischio noia è sempre lì, pronto a venir fuori. Ci sono discussioni e confronti che durano anche delle ore, complice la situazione socio-sanitaria che affrontiamo. Con il passare del tempo, però, sarete bravi a capire in quale room entrare anche in base alla gente presente all’interno.

I miei consigli dopo una settimana di utilizzo

Le regole di buona convivenza ed utilizzo di Clubhouse, nonché per evitare il rischio noia, sono semplici:

1) affinate la selezione dei vostri interessi tra quelli messi a disposizione da Clubhouse (chiaramente sono tantissimi e vanno dai viaggi, all’investimento in borsa, alla moda, calcio sino ad arrivare alla medicina e psicologia) ed eliminate le rooms su argomenti che non vi interessano (basta un semplice swipe da sinistra a destra sulla room);

2) no monologhi. L’app è pensata per aprire dibattiti ed avere un confronto diretto con le persone (i più narcisisti si saranno già autoesclusi);

3) scialla, il vostro turno arriverà. Entrate nelle rooms, ascoltate, prendete tutto ciò che di buono potete dall’esperienza dello speaker e, quando siete pronti, alzate la mano e dite la vostra. Vi assicuro che non tornerete indietro.

Detto ciò. Di sicuro, Clubhouse è figlia di tutto questo periodo storico che stiamo vivendo e maschera un velo di malinconia. Di non poter avere contatti diretti con le persone, di sedersi ad un tavolino a chiacchierare, di non sentirsi parte attiva della società ma vi assicuro che li stimoli non mancano. Basta solo cogliere il momento giusto e cavalcare l’onda.

Photo: dal web

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