In Italia si stima che il 3-5% (dati AID- Associazione Italiana Dislessia) della popolazione in età scolare presenti un DSA.
Ma cosa sono i DSA? Da cosa può derivare una diagnosi di DSA? Cosa significa essere una persona con DSA?
DSA: cosa e quali sono?
L’acronimo DSA sta per Disturbi Specifici dell’ Apprendimento (in inglese LD, ovvero Learning Disability).
Essi sono:
- Dislessia (disturbo della lettura);
- Disortografia e Disgrafia (disturbi della scrittura);
- Discalculia (disturbo del calcolo).
La prima cosa da dire è che essere una persona con DSA non significa essere malati. Non c’è alcuna cura né è necessaria. Questo perché DSA indica semplicemente una Differenza nel modo di apprendere.
Le persone con DSA infatti sono intelligenti o addirittura hanno un’intelligenza al di sopra della norma, ma presentano prestazioni nell’ambito della lettura, scrittura e/o calcolo significativamente al di sotto della norma. Hanno disabilità specifiche nell’apprendimento con un’ origine neurobiologica e che sono obiettive e misurabili. Le difficoltà possono essere accentuate o attenuate dalle richieste della scuola.
Ma cosa si intende per abilità?
L’abilità è la capacità di mettere in atto una serie di azioni, spesso in sequenza tra loro, in modo rapido ed efficiente, per raggiungere uno scopo con un minimo dispendio di risorse (Stella, 2001).
Leggere è un’abilità così come nuotare o andare sulla bicicletta: una volta che la acquisiamo, essa si automatizza e si stabilizza.
Ad esempio, un bambino normolettore davanti ad un testo scritto mette in atto una serie di azioni che gli permettono di decodificare il codice velocemente e senza commettere errori, con un dispendio d’energia minimo. Un bambino con Dislessia è uno studente in cui il processo di lettura non è diventato automatico e impiega più tempo rispetto ad un suo coetaneo per leggere il testo, commettendo errori e affaticandosi.
Da cosa può dipendere la mancata acquisizione di un’abilità?
Si può verificare in una delle seguenti condizioni:
- prerequisiti di base
- esposizione agli stimoli
- frequenza dell’esercizio (allenamento)
Nel caso dei DSA, la disabilità è causata dalla mancanza della prima condizione. Ed è proprio questa a permettere la distinzione tra disturbo e difficoltà nell’apprendimento.
Le prestazioni nell’apprendimento di una persona con DSA migliorano con l’esposizione agli stimoli e potenziamento, ma non si normalizzano. Una difficoltà nell’apprendimento invece si normalizza in breve tempo grazie al recupero e all’ allenamento. Nel secondo caso infatti le difficoltà nell’apprendere possono essere dovute a scarsa applicazione, insegnamento inappropriato, svantaggio socio-culturale e/o fattori emotivi/motivazionali.
Una caratteristica rilevante nei DSA è la comorbilità (in alcuni casi indicato come “disturbo associato”). Questo termine significa che dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia possono comparire insieme. Inoltre, secondo quanto stabilito nella “Consensus Conference” (2007) vi può essere comorbilità anche tra DSA ed altri disturbi (disprassie, disturbi del comportamento e dell’umore, ADHD, disturbi d’ansia, ecc.).
Una persona con DSA può incontrare numerose difficoltà nel corso del suo percorso scolastico e di vita, che possono portare a situazioni critiche a livello psicologico, quali un sé scolastico negativo (Bender e Wall, 1994) che si ripercuote sull’attribuzione dei successi alla fortuna (cause esterne a sé) e degli insuccessi alla propria incapacità o impegno (McInerney, 1999). Di conseguenza si può riscontrare un basso livello di autoefficacia e bassa motivazione, scarsa fiducia in sé e disistima (Baum e Owen, 1988; Bong e Clark, 1999).
Dietro all’etichetta DSA però si nascondono quadri molto diversi tra loro.
E’ fondamentale ricordare che i DSA sono solo un aspetto di una persona che ha un proprio carattere, punti di forza e di debolezza che incidono anche sul modo di affrontare e gestire la propria vita e le relative difficoltà.
Le relazioni significative
I genitori hanno un ruolo fondamentale, come alleati dei bambini e ragazzi con DSA, per creare le condizioni favorevoli all’accettazione della diagnosi e alla crescita.
Gli insegnanti possono dare spazio al vero potenziale di ogni studente con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, riflettendo sulle metodologie da mettere in atto per favorire gli apprendimenti. Ciò in base alla legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” che tutela il diritto allo studio delle persone con DSA.
I professionisti (logopedista, psicologo, neuropsichiatra infantile, tutor) possono supportare e potenziare gli apprendimenti, integrando i vari interventi e lavorando all’unisono con scuola e famiglia.
Fare rete è la chiave per il successo scolastico e di vita dei bambini e ragazzi con DSA!
Fonte immagine in evidenza:
https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-dietro-i-libri-261909/