Il mondo della cosmesi si sta espandendo sempre di più verso una nuova era, quella del mondo naturale. La cosmesi del futuro è sempre più orientata verso la produzione di un tipo di cosmetico naturale e biologico.
Gli scaffali del supermercato ormai sono pieni delle diciture” prodotto naturale al..”, “senza siliconi e parabeni“, “formulato con“, “biologico..”
Ma in realtà che differenza c’è tra cosmetico naturale e biologico?
Partiamo col dire che preferire un prodotto di sintesi non deve scaturire dalla convinzione che ciò che è chimico “fa male” e ciò che è naturale “fa bene”, ma semplicemente da una scelta etica che il consumatore può avere o meno.
Sono tante le aziende che definiscono i propri prodotti “naturali” o “biologici”, ma quali lo sono realmente?
Non esiste una vera e propria legislazione a riguardo, esiste solo una norma: ISO 16128.
L’ISO è la più prestigiosa organizzazione a livello mondiale per la definizione di norme tecniche. In essa non sono stabiliti quali sono gli ingredienti ammessi o meno, né tanto meno la quantità minima all’interno del prodotto finito. Per di più non sono definiti nemmeno gli aspetti che riguardano i claim o l’etichettatura.
In questo caso, ne giova tantissimo il marketing che con il suo “green washing” ne approfitta a dismisura al fine di conquistare i consumatori.
Come? Inventando un proprio bollino BIO, riportando la scritta BIO nel nome oppure inserendo la sola percentuale degli ingredienti di origine naturale quando la formula è tutt’altro che “pulita”.
La differenza tra cosmetico naturale e biologico è molto semplice:
- COSMETICO NATURALE: è definito tale un prodotto costituito principalmente da ingredienti naturali o di origine naturale e privo, o quasi, di materie prime di sintesi e materie prime poco/nulla biodegradabili.
- COSMETICO BIOLOGICO: è definito tale un prodotto costituito da ingredienti provenienti da agricoltura biologica, senza OGM e osservando un elenco di sostanze non consentite. Almeno il 95% del 10% in peso sul totale degli ingredienti della formulazione finita deve essere certificato biologico (ad esclusione dell’acqua che normalmente occupa il primo posto nella lista ingredienti). In più, anche i materiali utilizzati per il loro packaging sono rivolti verso materiali riciclati e biodegradabili.
Per poterci difendere da un mercato confusionario, possiamo avvalerci di diverse certificazioni in etichetta, ovvero NATRUE e COSMOS ORGANIC.
Per quanto riguarda la prima, Natrue richiede livelli minimi più alti di sostanze non trasformate, delle quali il 70% deve provenire da agricoltura biologica e la percentuale di ingredienti naturali non trasformati deve essere del 95%.
Cosmos è appoggiato dagli enti certificatori Ecocert e Cosmebio in Francia, Bdih in Germania, Soil Association nel Regno Unito, Bioforum in Belgio e Icea in Italia.
Per ottenere la certificazione Cosmos bisogna avere certificati biologici anche per le materie prime e non solo per il prodotto finito.