“Il petto di Cristo si era rialzato, scavando al di sotto una depressione profonda, l’addome era cavo e rientrato; (…) Le sue membra erano tese e i muscoli dilaniati, al punto tale che era possibile contarne le ossa.”
Con queste risonanti parole, A.K. Emmerick (1774-1824), monaca veggente tedesca, descrisse, durante una sua visione, il corpo di Cristo inchiodato sulla Croce.
Tra storia e fed
Gesù Cristo rappresenta una delle figure più riecheggianti della storia e della fede cristiana: viene descritto come il Messia, il profeta, il figlio di Dio. Sebbene la sua vita sia avvolta dal mistero della sacralità, anche Cristo morì da uomo, provando le sofferenze della carne e le debolezze della mente.
Come avvenne, dunque, la morte di Cristo ?
Cenni evangelici
I quattro evangelisti sono concordi nel dire che la morte di Gesù avvenne di venerdì, durante le festività collegate alla Pasqua Ebraica.
Secondo Giovanni, Gesù fu crocifisso sul Golgota, probabilmente situato su un colle: infatti, si poteva osservare l’esecuzione “da lontano” (secondo quanto riporta Marco).
La condanna alla crocifissione
Cicerone definisce la crocifissione come “il supplizio più crudele e più tetro“, proprio per la lenta agonia che il condannato doveva subire. La crocifissione era riservata agli schiavi, ai rivoltosi e agli stranieri ed era, di solito, preceduta dalla flagellazione.
Solo raramente la morte al crocifisso veniva accelerata, attraverso:
- colpo di lancia al cuore: la punta acuminata della lancia attraversava la parete toracica e giungeva nel cuore, penetrando talvolta attraverso la regione mediale dei polmoni;
- crucifragium: le gambe del condannato, che spesso poggiavano su un sostegno ligneo, erano spezzate con martelli o bastoni, privando il condannato di ogni appoggio. Ne conseguiva una sovra-estensione della cassa toracica, anomala contrazione del diaframma e morte sopraggiunta per asfissia.
Il mistero dei chiodi
- Secondo una teoria, i chiodi erano inseriti a livello del polso di Cristo, in particolare tra le ossa del carpo e il radio. Questo comportava la parziale recisione del nervo mediano e del muscolo flessore lungo del pollice, senza però attraversare le pareti dell’arteria radiale e senza fratturare le ossa;
- secondo un’altra teoria, invece, Cristo fu inchiodato alla croce dal palmo della mano;
Gli studi sulla crocifissione
Agli inizi del ‘900, tre hommes de sciences intrapresero diversi esperimenti con lo scopo di dimostrare la probabile causa della morte di Cristo.
Donnadieu, professore alla Facoltà Cattolica di Scienze di Lione, sperimentò una vera crocifissione, inchiodando un cadavere per una sola mano ad un asse di legno. Egli intendeva dimostrare che Gesù fu appeso alla croce per le mani e che le sole mani avrebbero sostenuto l’intero peso del suo corpo.
- Barbet, chirurgo presso l’Ospedale Saint Joseph di Parigi, mosse delle critiche a Donnadieu: “la foto mostra un corpo patetico, piccolo, ossuto ed emaciato. […] Il cadavere che io ho crocifisso, invece […] era assolutamente fresco e in carne“. Secondo le sue osservazioni sulla Sacra Sindone, Cristo fu inchiodato per i polsi e l’uomo impresso nel sacro sudario morì di asfissia.
- Zubige, patologo e antropologo forense americano, fece delle sperimentazioni utilizzando cavie umane. Zubige legò le cavie su una croce artigianale e ne misurò costantemente la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la frequenza respiratoria. Egli concluse che Gesù morì per uno shock traumatico e ipovolemia (diminuzione del sangue circolante nell’organismo).
Un’altra teoria sulla morte di Cristo
Dopo la lunga agonia sulla croce, Cristo avrebbe chinato passivamente il capo, rivolgendolo verso la sua spalla destra e avrebbe contratto maggiormente il diaframma. Le coste stesse avrebbero perforato le pleure polmonari.
Vi è, dunque, un’altra teoria circa la morte di Cristo: l’embolia polmonare, che è l’ostruzione di uno o più rami dell’arteria polmonare, con accumulo di materiale solido portato in circolo (embolo), generalmente rappresentato da un coagulo sanguigno (trombo).
Per constatare l’effettiva morte di Gesù, il centurione Longino gli trafisse il costato con una lancia.
Dal costato sgorgò “sangue misto ad acqua“, probabile segno di accumulo patologico di liquido nello spazio inter-pleurico (versamento pleurico).
Gesù Cristo, morto da uomo
Emerrick così descrisse gli ultimi istanti di Cristo: “Egli lottava contro la morte come un uomo comune; (…) un sudore freddo gli copriva tutto il corpo e il petto ansimava sempre più forte.”
Dunque, anche Gesù Cristo è morto da uomo, pervaso dalla sofferenza e dal dolore.
Cristo ha profondamente solcato le strade della Storia dei Popoli. Nelle testimonianze della sua grandiosità, Egli ha sofferto, ha “sentito” e, come un comune essere umano, ha consegnato il suo corpo esanime alla morte.
Si ringrazia per la gentile collaborazione Elena Vicentelli, docente presso Liceo P. Siciliani (LE). Ha conseguito la Laurea in Lettere e il Diploma Accademico di Magistero in Scienze Religiose (con indirizzo pedagogico-didattico).