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Cuore e cervello: la complessa importanza del nervo vago

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Cuore e cervello: la complessa importanza del nervo vago

Il cuore e il cervello sono gli organi fondamentali del nostro corpo e tra di essi si instaura un continuo e complesso “dialogo”.

Il cervello: l’organo dell’elaborazione

Vari tipi di informazioni giungono, in ogni istante, al nostro cervello e qui si integrano.

Il cervello, quindi, elabora le informazioni dotandole, ad esempio, di motivazione o di coloriture affettivo-emozionali.

Grazie a queste variegate rifiniture, siamo in grado di rispondere continuamente agli stimoli provenienti dall’ ambiente esterno o dal nostro stesso organismo.

Il motore della circolazione: il cuore

Il cuore è un organo muscolare, rivestito da pericardio, situato nel mediastino; ha la funzione di nutrire i nostri organi, facendo giungere ad essi sangue ricco di ossigeno.

Il cuore è formato da quattro cavità:

  • due superiori, gli atri, che ricevono il sangue proveniente dal circolo venoso;
  • due inferiori, i ventricoli, che pompano il sangue nelle arterie.

Cenni sull’apparato circolatorio

Il sangue giunge ai nostri organi attraverso due sistemi di circolazione:

  • grande circolo o circolazione sistemica: collega il cuore a tutti gli organi del nostro organismo, trasportando sangue ossigenato;
  • piccolo circolo o circolazione polmonare: il sangue, povero di ossigeno, giunge ai polmoni e viene ossigenato per essere messo a disposizione della circolazione sistemica.

I tessuti cardiaci

Nel cuore si distinguono tre tipi di tessuti:

  • tessuto muscolare: il principale tessuto cardiaco; forma le pareti del cuore, rendendo possibile la funzione di pompa;
  • tessuto nodale: costituisce il nodo seno-atriale (da cui si genera l’impulso cardiaco) e il nodo atrio-ventricolare;
  • tessuto di conduzione: forma il fascio di His e le fibre di Purkinje, che conducono l’impulso cardiaco a tutto il cuore.

L’intima connessione tra cuore e cervello

È stato Claude Bernard, fisiologo francese del XIX secolo, ad evidenziare la stretta connessione che esiste tra cuore e cervello.

Sistema nervoso autonomo

Il sistema nervoso autonomo (SNA) è una branca del sistema nervoso periferico (SNP) e ha due principali rami di divisione: sistema ortosimpatico (o simpatico propriamente detto) e sistema parasimpatico.

In particolare,

  • il SN simpatico innerva tutti i tessuti del cuore (nodale, muscolare, di conduzione);
  • il SN parasimpatico, attraverso il nervo vago, innerva il tessuto nodale e di conduzione, ma non il tessuto muscolare.

Nervo vago e frequenza cardiaca

A riposo, la frequenza cardiaca è principalmente regolata dal nervo vago.

Prendiamo in considerazione il seguente esempio:

  1. se si blocca il SN simpatico con dosi crescenti di propanololo (un principio attivo betabloccante), il cuore rallenta in maniera contenuta;
  2. se si blocca il SN parasimpatico con dosi crescenti di atropina (una sostanza velenosa estratta dalla belladonna), il cuore passa da un frequenza di base di 65 battiti al minuto a una frequenza di 120 battiti al minuto;
  3. quando somministriamo simultaneamente propanololo e atropina, si bloccano entrambe le influenza del SN autonomo e possiamo apprezzare la frequenza propria del cuore, che si aggira intorno ai 100 battiti al minuto.

Dato che la frequenza cardiaca di base è di circa 60-70 battiti al minuto, è evidente che essa è governata principalmente dal sistema vagale.

Tuttavia, è importante sottolineare il controllo reciproco tra i due sistemi: ad esempio, quando il vago viene stimolato, esso determina il suo effetto e al contempo esercita un controllo inibitorio sul sistema simpatico, e viceversa.

La teoria polivagale

Il nervo vago può essere distinto in due grandi componenti:

  • componente dorsale, la prima ad essersi evoluta;
  • componente ventrale.

Le due componenti del vago svolgono funzioni molto diverse tra di loro, soprattutto in relazione ai comportamenti sociali legati all’adattamento o a comportamenti orientati alla sopravvivenza, quindi di tipo difensivo.A tal proposito, S.W. Porges (neurofisiologo statunitense e professore del dipartimento di Psichiatria presso l’Università del North Carolina) ha elaborato la teoria polivagale.

La teoria polivagale afferma che:

  • le strutture del SNA sono state modellate dall’evoluzione;
  • i cambiamenti strutturali del SNA comporta modifiche nella regolazione delle emozioni e del comportamento;
  • nei mammiferi, il SNA risponde all’ambienti attraverso 3 stadi di attivazione, che partono coinvolgendo in primo luogo le strutture evolutive più nuove. In ordine, quindi, si attiveranno:
  1. vago ventrale;
  2. sistema simpatico;
  3. vago dorsale.

Il vago ventrale favorisce la comunicazione sociale e l’autoconsolazione.

Se il sistema vagale ventrale viene bloccato, interviene il sistema simpatico con la reazione attacco-fuga, che prepara l’organismo ad affrontare eventualmente il pericolo.

Se anche il sistema simpatico fallisce, si attiva il vago dorsale con la reazione di freezing.

Reazione di freezing e aggressione sessuale

In casi di aggressione sessuale, quando sia il sistema ventro-vagale che il sistema simpatico non si dimostrano utili a fronteggiare il pericolo, l’unica risposta possibile è il freezing o immobilità ipotonica.

Le manifestazioni del freezing comportano una marcata riduzione del tono muscolare e una ridotta percezione di sé e dell’ambiente circostante; a volte, il soggetto sviene.

Questa risposta ricorda quella dell’opossum, che si finge morto quando viene attaccato da un predatore.

Ciò dimostra che il vago dorsale è una struttura evolutiva primitiva.

Il freno vagale

Il concetto di freno vagale fa riferimento alla rapida inibizione e disinibizione del nervo vago sul cuore. Come già detto, il vago diminuisce la frequenza cardiaca.

Rimuovendo le afferenze vagali dirette al cuore, il cuore aumenta notevolmente la frequenza cardiaca, senza attivare l’asse simpatico.

L’assenza indotta del nervo vago provoca, inoltre, perdita del controllo anche su altri apparati (dato che al vago compete un’estesa rete di innervazione).

Ad esempio,

  • andando ad agire sull’apparato gastro-intestinale, viene stimolata la defecazione;
  • agendo sul sistema respiratorio, viene indotta apnea.

L’intreccio tra cuore e cervello

Tra il cuore e il cervello si sviluppa, dunque, una stretta connessione funzionale.

Questo complesso rapporto sottolinea la necessaria cooperazione tra i vari organi del nostro corpo.

L’unità del nostro organismo risiede, in definitiva, nella inter-dipendenza: ogni “parte”, connessa alle altre, contribuisce alla costituzione del “tutto”.

Photo: di Nadezhda Moryak da Pexels

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Andrea Longo, classe '98. Studente di Medicina e Chirurgia presso Università di Parma. Tenore lirico per passione, guarda al mondo con occhio critico e curioso.
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