Scuri, utili, schermanti, iconici, indispensabili, non sono semplici aggettivi. Identificano un oggetto cult, un accessorio must have, che soprattutto con l’arrivo della bella stagione si fa avanti.
Quale accessorio? Parliamo degli occhiali, degli occhiali da sole.
Arrivano le belle giornate, ma soprattutto è giunto il tempo di ritornare all’aria aperta per beneficiare finalmente della luce del sole. Grazie alla possibilità di tornare a passeggiare, possiamo indossare finalmente i nostri amati occhiali.
Gli occhiali sono di ogni forma e colore ed aleggiano nelle collezioni primavera /estate per completare i look. Non c’è sfilata in cui modelle e modelli non abbiano gli occhi nascosti dietro misteriose lenti scure!
Quando sono diventanti un accessorio tanto utile, tanto amato? Un occhiale che si rispetti ha determinate caratteristiche, ma risponde in particolare a due leggi: riconoscibilità e status.
I primi occhiali
L’importanza di proteggere gli occhi si attesta dall’età romana. Poppea, la favorita di Nerone, proteggeva gli occhi con un velo nero. Nel medioevo invece, il medico Arnaldo da Villanova (che esercitava a Montpelier) esortava i suoi pazienti a riparare gli occhi con “qualcosa di scuro”, affinché non venissero danneggiati dal riverbero della luce sulla neve. Si hanno testimonianze solo di panni protettivi, ma gli occhiali come accessorio risultano nell’inventario redatto nel 1420 dal duca di Borgogna (“occhiali di cristallo da metter sugli occhi quando si cavalca al sole”). Qui la necessità si avvicina al collezionismo.
La scuola veneziana e l’uso degli occhiali da sole
Gli occhiali da sole, utilizzati come li conosciamo oggi, vengono introdotti dai veneziani nel XVII secolo. Venivano fabbricati dagli eccellenti maestri del vetro di Murano. Il colore più utilizzato era il verde in varie tonalità e sfumature, questo ci permette oggi di distinguere gli oggetti fabbricati dagli ottici veneziani dell’epoca. Il vetro con il quale venivano realizzati gli occhiali, presenta delle caratteristiche protettive verso i raggi UV, concetto allora sconosciuto, ma adoperato.
I veneziani indossavano gli occhiali da sole per proteggersi dai raggi del sole, soprattutto in gondola. Ad indossare gli occhiali era soprattutto la nobiltà veneziana; le lenti scure permettevano di schermarsi dai raggi solari ed evitare che la pelle potesse scurirsi. Infatti, la pelle abbronzata era simbolo della classe lavoratrice, contadina in particolare. Ieri come oggi, l’occhiale era ed è un segno di distinzione sociale. Nel 2014 nella Biblioteca Marciana di Venezia, gli occhiali, in particolare quelli settecenteschi, sono stati oggetto di una mostra, titolata “Occhiali da Doge. Gli occhiali da sole nella Venezia del Settecento”.
Oltre le collezioni…i musei dedicati
La mostra di Venezia non è un unicum. Una menzione particolare va a due musei interamente destinati alla storia e all’evoluzione degli occhiali. Luxottica leader mondiale nella produzione di occhiali, ha fondato il museo intitolato “Ottiche e Occhiali” nel 1991; invece dal 1996 a Pieve di Cadore è presente il “Museo dell’occhiale”, con annessa una vasta biblioteca dedicata, di circa 400 volumi.
Diffusione e il caso Ray Ban
L’utilizzo degli occhiali da sole su larga scala si diffonde negli anni trenta del 1900. Nel 1937 si perfezionò un modello con lenti verdi polarizzate affinché i piloti dell’ US Air Force non fossero infastiditi dai raggi solari, mentre erano in volo. La commercializzazione degli occhiali si ebbe alla fine dello stesso anno. Nacque un accessorio cult: i Ray Ban.
Durante la guerra in Europa, la presenza dei giovani militari americani diffuse lo stile cool americano; fecero breccia gli occhiali a specchio, inconfondibile marchio di fabbrica Ray Ban. Concetto cardine: indossare gli occhiali diventò moda.
Nel secondo dopo guerra l’ascesa di questo utile accessorio è prepotente – soprattutto grazie alla collaborazione tra grandi divi del cinema hollywoodiano e Ray Ban. Gli occhiali da sole, infatti, vengono indossati in due film che hanno dettato, a loro volta, le “regole” della moda. James Dean in “Gioventù Bruciata” ed Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” lasciano nell’immaginario collettivo l’idea che indossare occhiali rende fascinosi, giovanili e modaioli.
Dietro gli occhiali, l’essenza di uno status
Negli corso degli anni, farsi fotografare con gli occhiali da sole restituisce un’aurea di mistero e conferisce un maggior senso di sicurezza. Quanti divi, cantanti, attori ci vengono in mente avvolti dalle lenti scure! Cos’è più evocativo di un paio di occhiali dalle lenti piccole e tonde? Il richiamo è inevitabilmente John Lennon. I cosiddetti teashades sono una presenza ricorrente tra le rock star degli allucinanti anni sessanta e settanta.
Quando vediamo alcune forme di occhiali, i paragoni sono indelebili. Ascoltando la magica e calda voce di Janis Joplin, pensiamo a lei e agli immancabili “vetri” sfumati. Nel 2012, il brand Mykita e il versatile stilista tedesco Bernhard Willlhelm hanno reinterpretato in due modelli questi occhiali, così emblematici. Il nome dei due modelli? Janis e Joplin. Impossibile non accostare la parola occhiali all’istrionico Elton John, Rocketman ha fatto della varietà e stravaganza di lenti la sua nota stilistica.
Oltre lo schermo
L’accostamento con altre leggende è veramente vasto: Top Gun e il ritorno in auge del Ray Ban Aviator, MIB (alias Men in Black) e il Ray-Ban Predator e i Blues Brothers con modello Ray-Ban Wayfarer. Questo a testimonianza del fatto che un accessorio legato ad un film o un personaggio diventino storia del costume di una società, oltrepassando lo schermo.
Nuovi stimoli con sguardo al passato
Gli occhiali sono diventati un accessorio così diffuso che le stesse mode ritornano e si reinventano. Le ultime tendenze in fatto di occhiali si presentano all’insegna dei grandi modelli classici. Si passa dalle atmosfere di un’eleganza vintage con tocchi stravaganti, alle lenti sfumate e colorate, agli occhiali a maschera dalla montatura squadrata. Il punto in comune è: l’essere oversize.
E come ci canta Cesare Cremonini nella sua ultima canzone… Poi vedo te, corri per la strada/Ma chissà dove andrai con quegli occhiali da sole/ …Qualsiasi sia la forma, il colore o materiale…l’importante è indossarli e magari sentirci un po’ Elton John.
Foto di Free-Photos da Pixabay
Per le informazioni sulla storia degli occhiali, un’utile fonte sono stati i volumi: “BEL VEDERE - Gli occhiali del Museo Luxottica”, Vol. I e Vol.II a cura di Marisa Del Vecchio. Si ringrazia per la consultazione.