Arte &CulturaL' arte del mosaico

Dante Alighieri: il mosaico che ispirò l’Inferno della sua Commedia

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Nel mese di marzo ricorre il Dantedì, una giornata dedicata al “Sommo Poeta” ed istituita nel 2020. Il 25 marzo infatti è il giorno, individuato dagli studiosi, come inizio del viaggio ultraterreno della Commedia. Anche la giornata odierna, il 10 marzo è importante, in quanto nel 1302 Dante viene condannato all’esilio da Firenze (718 anni fa).
Quest’oggi parleremo di una delle fonti d’ispirazione di Dante per la sua Commedia, per quanto riguarda l’Inferno. Il padre della lingua italiana fu ispirato sicuramente da un mosaico presente nel Battistero di San Giovanni a Firenze.

«Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di fóri,
d’un largo tutti e ciascun era tondo.
Non mi parean men ampi né maggiori
che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco de’ battezzatori».
(Inferno, XIX, 13-18)

Il Battistero di San Giovanni

Dante chiamava il Battistero fiorentino “mio bel San Giovanni”, luogo dove venne battezzato il 27 marzo 1266, giorno del Sabato Santo.
Situato in piazza del Duomo, di fronte alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è uno dei monumenti più importanti di Firenze.
Dedicato al patrono della città, il Battistero è un edificio romanico a pianta ottagonale dal diametro di 25,60 metri ed è interamente rivestito e decorato da lastre di marmo bianco di Carrara e verde di Prato (serpentino).

La Cupola

Entrando nel Battistero, automaticamente saremo portati a rivolgere in nostro naso all’insù, perché la prima cosa che cattura la nostra attenzione è lo splendore dei mosaici della Cupola.
Questa è composta da otto spicchi ed è una delle più grandi al mondo, a quel tempo, ad esser decorata con questa tecnica. I mosaici, tutti su fondo aureo, rappresentano: il Giudizio universale, le gerarchie angeliche, storie della Genesi, storie di Giuseppe, Storie di Maria e di Cristo, storie del Battista.
I mosaici del Battistero di San Giovanni ricoprono la cupola interna e la volta dell’abside dell’edificio e rappresentano uno dei più importanti cicli musivi del medioevo italiano.

Furono eseguiti dal 1225 agli inizi del 1300 su cartoni di Coppo di Marcovaldo, Cimabue, Meliore, il Maestro della Maddalena e Jacopo Torriti.

Domina la cupola la figura imponente del Cristo giudice (più di 8 metri) e, alla sua sinistra (nostra destra), nella fascia in basso, si trova la rappresentazione dell’Inferno, che ispirò quella di Dante nella Divina Commedia.

Inferno – l’ispirazione di Dante

Al centro di questa scena si trova Satana (Lucifero), in una delle più famose raffigurazioni. Seduto su un trono di fuoco con alte fiamme, ha il corpo umano e il volto di un mostro, corna molto grandi e orecchie d’asino dalle quali fuoriescono serpenti che divorano i dannati. Anche il demone ne sta divorando uno, con le mani trattiene gli altri e con i piedi li calpesta. Dal suo corpo vengono fuori mostri a forma di serpente, rana o lucertola che infieriscono sui dannati.

Sulla sinistra sono presenti molte anime spinte tra le fiamme da orrendi diavoli neri con ali da pipistrello. Portate verso la porta dell’Inferno, sono tutte accalcate, si calpestano a vicenda e alcune per il disgusto provato in quel momento, si tappano occhi e bocca.
Sulla destra invece, troviamo i dannati, svestiti, gettati in voragini dai numerosi diavoli e sottoposti a terrificanti supplizi e torture: divorati, impiccati, mutilati, arsi allo spiedo, obbligati a bere oro fuso. Un gruppo di dannate è avvolto dalle fiamme.

Curiosità su Dante e non solo

Dante morì esule a Ravenna nel settembre del 1321 e lì si trova la sua tomba.

Questi non sono gli unici mosaici che hanno ispirato Dante per la sua Commedia! Il Sommo Poeta prese ispirazione per il Paradiso dai mosaici ravennati, come quelli del Mausoleo di Galla Placidia.

Per gli appassionati di cinema, il Battistero di San Giovanni è uno dei monumenti presenti nel film “Inferno di Ron Howard, basato sull’omonimo romanzo di Dan Brown con protagonista Tom Hanks.

Con questo articolo ci siamo soffermati solo sulla parte “infernale”, ma ci sarebbe tanto da dire su questi meravigliosi mosaici e sulla loro disposizione; magari ne parlerò in un futuro articolo!

PHOTO: Pixabay

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Classe 1993. Maestra Mosaicista qualificata presso la "Scuola Mosaicisti del Friuli" di Spilimbergo (PN). Ama l'arte in tutte le sue forme, in particolare la fotografia e la musica. Si diletta anche nella grafica, ama viaggiare e conoscere posti nuovi.
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