Marzo è il mese dedicato a Dante Alighieri (Dantedì) e, come tutti sanno, il Sommo Poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita nella città di Ravenna, famosa in tutto il modo per i suoi meravigliosi mosaici bizantini.
Dante per la sua “Commedia” si ispirò sicuramente in parte, a diversi mosaici, abbiamo visto che per la parte infernale è stato catturato dal mosaico del Battistero di San Giovanni a Firenze, mentre per la cantica del Paradiso ha preso spunto da alcuni mosaici ravennati.
Canto XIV del Paradiso
Nella Commedia dantesca, la raffigurazione che spicca di più e fa riferimento ad un mosaico ravennate, la troviamo nel XIV canto del Paradiso. Qui Dante si trova nel V Cielo, il rosso cielo di Marte dove gli Spiriti Militanti, appaiono sotto forma di croce greca nella quale lampeggia Cristo. Le anime si muovono entro i bracci luminosi della croce come corpuscoli entro un raggio di sole e risplendono più vivamente al loro incrocio. Dante prende sicuramente spunto dal mosaico situato nell’abside della chiesa di sant’Apollinare in Classe.
Come distinta da minori e maggi
lumi biancheggia tra ’ poli del mondo
Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi;
sì costellati facean nel profondo
Marte quei raggi il venerabil segno
che fan giunture di quadranti in tondo.
Qui vince la memoria mia lo ’ngegno;
ché quella croce lampeggiava Cristo (…)
(Paradiso XIV, vv. 97 – 104)
La croce gemmata ispiratrice di Dante
L’elemento centrale della decorazione absidale che cattura subito lo sguardo è la croce gemmata, posta al centro di un disco celeste trapunto da 99 stelle dorate e argentate.
All’incrocio dei bracci della croce vi è un piccolo medaglione incorniciato da perle, con il volto di Cristo al centro. La croce è ricoperta da due tipologie di gemme, le ovali azzurre e le rettangolari verdi, posizionate in modo alternato tra di loro. Tutta la croce aurea ha una bordura di perle bianche ed è simbolo della redenzione e della salvezza.
Questo viene esplicitato grazie alle tre scritte che troviamo nel disco celeste. Al di sopra della croce è presente l’Ichthỳs, l’antico simbolo cristiano di Cristo. Esso è composto dall’acrostico ιχθυσ che in greco antico significa “pesce”, ed è sciolto in “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore” (᾿ιησοὸς χριστὸς θεοῦ υἱὸς σωτήρ). Al di sotto della croce invece vi è la scritta “Salus Mundi” cioè salvezza del mondo e ai lati del braccio trasversale troviamo le lettere Alfa e Omega, l’inizio e la fine.
Parte inferiore della calotta absidale
Il cielo stellato, a sua volta è avvolto da una cornice rosso intenso decorata con varie gemme. Il rosso, in questo caso, può rimandare al cielo di Marte.
Ad accogliere questa croce, nella parte bassa della calotta, vi è Sant’Apollinare orante, identificato da una scritta. È l’unico soggetto umano ad occupare la calotta absidale, si staglia su un prato fiorito di un verde acceso, circondato da pietre, piante, alberi sempreverdi, uccelli e pecore. È accompagnato da 12 pecorelle che simboleggiano i fedeli.
Foto di: Chiara D’Alfonso