Una delle grandi domande che da psicologa mi trovo a ricevere è questa: quali differenze ci sono tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra?
In base a cosa posso scegliere a chi rivolgermi?
Facciamo un pò di chiarezza e vediamo quali sono le differenze tra queste figure professionali.
Le differenze di formazione
La prima cosa da precisare è che sono tre figure professionali che hanno avuto un percorso di formazione differente.
- Psicologo: è un professionista sanitario che ha conseguito una Laurea Triennale e successivamente una Laurea Magistrale in Psicologia. Ha svolto poi un anno di tirocinio che gli ha permesso di abilitarsi all’esercizio della professione con un esame di Stato (consistente in quattro prove). Una volta abilitato, ha avuto la possibilità di iscriversi all’Albo per esercitare la professione.
- Psichiatra: è un laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Psichiatria. Lo psichiatra, in quanto medico, può anche avere una formazione in psicoterapia e così il titolo aggiuntivo psichiatra e psicoterapeuta. La legge italiana consente agli psichiatri di ricevere il titolo di psicoterapeuta su semplice richiesta all’Ordine professionale. Questo di fatto non garantisce, come invece avviene per gli psicologi, che lo psichiatra-psicoterapeuta abbia frequentato una scuola di specializzazione quadriennale in psicoterapia.
- Psicoterapeuta: è abilitato all’esercizio della psicoterapia i laureati in psicologia o medicina che abbiano acquisito una specifica formazione post-lauream. Questa prevede un percorso, almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitaria o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente. Nel corso della formazione della scuola è previsto anche un tirocinio pratico continuativo e la supervisione da parte di psicoterapeuti esperti.
Nell’ambito della psicoterapia vi sono molti approcci. I più conosciuti sono la psicoanalisi, la terapia sistemico-familiare e la terapia cognitivo comportamentale.
Le differenze del ruolo professionale
Avendo formazione differente, si distinguono anche in ciò di cui si possono occupare.
Lo psicologo ha come scopo la promozione del benessere della persona. Quindi opera per migliorare la capacità dell’individuo di comprendere sé e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace. Può lavorare in ambito clinico, ma anche in aziende, nel mondo dello sport, della scuola, della salute, ecc. Svolge interventi rivolti al singolo, al gruppo e alla comunità ed il suo principale strumento di intervento è il colloquio psicologico. Questo può accompagnarsi alla somministrazione di test psicologici con una funzione diagnostica ed orientativa.
Lo psicologo, non specializzato e abilitato alla psicoterapia, NON può trattare disturbi psicopatologici e NON può prescrivere farmaci.
Per la cura quindi di disturbi psicopatologici è necessario rivolgersi allo psichiatra e/o allo psicoterapeuta.
Lo psichiatra si occupa della cura dei disturbi mentali in termini biologico-organicisti. E’ prima di tutto un medico e di conseguenza può prescrivere farmaci generici e psicofarmaci e richiedere esami medici.
Lo psicoterapeuta (che può anche essere psichiatra) si occupa del trattamento dei disturbi psicopatologici attraverso il colloquio clinico e altri strumenti non farmacologici.
L’aspetto della prescrizione da farmaci riguarda perciò solo lo psichiatra o lo psichiatra psicoterapeuta.
A chi rivolgersi?
In presenza di un disagio soggettivo può essere utile rivolgersi inizialmente allo psicologo per valutare la natura della problematica presentata. Si riceveranno così preziose indicazioni sull’opportunità o meno di una consulenza psicologica, di una vera e propria psicoterapia e/o di una consulenza psichiatrica. Queste ultime due si richiedono qualora il disagio si configuri come un disturbo psichico diagnosticabile, con sintomi più o meno severi.
Quando un disturbo psichico influisce negativamente sul funzionamento della persona (per esempio a livello relazionale, sociale o lavorativo) l’intervento del medico psichiatra può sicuramente aiutare. Un trattamento farmacologico, infatti, può essere molto utile per alleviare il grado di sofferenza e ristabilire le condizioni necessarie e sufficienti per il lavoro psicoterapeutico. Il solo farmaco non è di per sé la soluzione. L’intervento dello psicoterapeuta infatti permette di ridurre la sofferenza agendo sui meccanismi psichici e comportamentali sottostanti al problema.
Sarebbe ideale, in un’ottica di integrazione mente e corpo, che psichiatra e psicoterapeuta lavorino in stretta collaborazione.
Lo psichiatra si occuperà di ristabilire l’equilibrio fisiologico, l’altro di ristabilire l’equilibrio psicologico.