Si stima che entro il 2050 il nostro mare sarà popolato più da plastica che da pesci.
A sentire queste notizie rabbrividisco, eppure, la situazione nel corso degli anni non pare cambiata, le manifestazioni di Greta Thunberg ci sembrano follia e accanimento nei nostri confronti, quasi una forma di pazzia, ma esiste l’alternativa:la vita ecosostenibile e zerowaste?
Cambiamenti ecosostenibili nel corso degli anni
Il 2018 ha visto l’introduzione dei sacchetti biodegradabili (con relativo stop alla diffusione e produzione di quelli in plastica) e l’eliminazione dei cotton fioc. Dal 1 Gennaio 2020 è stata abolita la produzione di cosmetici realizzati con microplastiche all’interno, considerate altamente inquinanti e pericolose non solo per la salute della nostra pelle, ma anche per l’habitat marino.
Italia: paese ecosostenibile e zerowaste o meno?
Sapete che l’Italia è uno dei paesi al mondo con il tasso più alto di consumo di stoviglie di plastica? Entro il 3 Luglio 2021, seguendo l’accordo nazionale dell’UE, tutti i paesi componenti diranno addio alla plastica, con l’introduzione di componenti bio-compostabili e rispettose dell’ambiente.
Siamo la prova vivente che non rispettiamo il mondo che ci ospita, un mondo totalmente eclissato dal consumismo sfegatato e la convinzione della raccolta differenziata vista come un’utopia.
Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica delle quali 8 finiscono in mare.
Vita ecosostenibile e zerowaste sono parole difficile “da digerire”, perché lunghe e complicata. Ma solo rispettandole, potremo garantire un mondo migliore alle generazioni future.
Come cambiare le proprie abitudini prediligendo uno stile di vita zerowaste?
Segui queste semplici tips:
- Al bar, evitare di chiedere cannucce a meno che non siano riciclabili.
- Lavori in ufficio e ogni giorno bevi tanta acqua? Sì alle borracce in alluminio e non quelle per lo sport (realizzate in plastica). L’acqua è potabile in ogni luogo, perché non sfruttare questa grande risorsa?
- Uscire per fare la spesa può diventare una scusa per sfoggiare la tua shopper in cotone e/o stoffa. Facilmente personalizzabili, in commercio ce ne sono davvero tantissime. Ti lascio qui il linketsy di una mia cara amica Leccese che le realizza a proprio piacimento. Non solo ottica zerowaste, ma è bello anche contribuire e a far crescere l’economia del nostro territorio prediligendo l’handmade.
- Sì ad alimenti, detersivi e cosmetici sfusi (la catena negozio leggero ne è la prova,oh,hanno inserito lo shop online, fantastico!) e ti dirò di più, i sacchetti della frutta e verdura (anche se biodegradabili) hanno un costo che varia dai 2 ai 10 cent, hai mai pensato di apporre l’etichetta della bilancia direttamente sulla superficie interessata?
- Gli spazzolini..ahh i famosi spazzolini che richiedono oltre 1000 anni per decomporsi. Alternativa ecologica: in commercio esistono possibilità che permettono il solo cambio della testina per mantenere lo stesso manico, e, se sei pronto al cambiamento, vai di spazzolini in bambù con setole di nylon biodegradabile.
- Dischetti di cotone? NO grazie! Noi donne ci vogliamo struccare (step importantissimo per una corretta skincare) utilizzando dischetti in cotone riutilizzabile. Facendo un rapido calcolo,in media, spendiamo ogni anno 15/20 euro in dischetti struccanti.Considerando che un pad riutilizzabile ha un costo di 3 euro, e può durare anche 6 mesi, cosa vi conviene maggiormente? Non solo per il nostro portafoglio, ma anche per l’ambiente. E basta gettarli nel wc, vanno nell’indifferenziato( così come i capelli!). Trovi qui i miei preferiti firmati Beauty Things Handmade.
- Infine, la scelta dei cosmetici solidi, nuova frontiera dell’ecosostenibilità. Non sono classiche saponette che seccano la pelle, ma ben di più.
All’interno della formulazione non troviamo acqua, motivo per il quale i costi di produzione sono ammortizzati rispetto ai classici cosmetici ecobio. Di questo però, ne parlerò con calma nei prossimi articoli.
La vita ecosostenibile e zerowaste è possibile? Si!
Supportare uno stile di vita green non è difficile, basta solo avere la voglia di iniziare.
Photo; Henryk Niestrój da Pixabay