Il bikini ormai revisionato in qualsiasi modo e maniera nasce molti anni fa e con un utilizzo diverso rispetto a quello che usiamo ora.
Inizialmente il “due pezzi” era impiegato come divisa soprattutto in campo atletico.
Dove compare per la prima volta il bikini
Compare per la primissima volta nel IV sec. d.C. in un pavimento musivo di una stanza, forse dedicata agli ospiti, della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina (Enna-Sicilia), sito Unesco dal 1997.
La Villa
Situata a 6 km da Piazza Armerina, risale al 320-250 d. C.,è un esempio di villa di lusso romana del periodo tardo-imperiale, famosa per la quantità e qualità dei suoi mosaici, i più estesi realizzati in quell’epoca. Scoperti in una campagna di scavo archeologico negli anni Cinquanta, coprono 3500 metri quadrati di pavimentazione suddivisi in 48 ambienti.
Nella villa sono presenti mosaici geometrici e figurativi con differenti stili e cicli narrativi che fanno emergere la ricchezza dei vari ambienti, mostrando molte influenze dell’arte africana, questo perché si ritiene che le maestranze fossero appunto nord-africane.
Il mosaico della “Sala delle Dieci Ragazze”
Nel lato sud della villa si trova il mosaico romano raffigurante il primo bikini della storia, il più famoso della villa, anche se situato in una stanza esclusa dal circuito principale. È stato ritrovato nella “Sala delle Dieci Ragazze” e ritrae “Dieci ragazze in bikini” impegnate in una gara di atletica in onore della dea del mare Teti.
Su sfondo bianco, che esalta la bellezza del corpo femminile e la sua tridimensionalità, si stagliano otto fanciulle in bikini, impegnate in varie tipologie di sport: lancio del disco, corsa, gioco della palla, salto in lungo.
Come si può notare, nell’angolo dell’estremità sinistra del mosaico, quello figurativo è stato realizzato sopra un altro più antico, raffigurante motivi geometrici policromi con un distacco di 20 centimetri tra i due.
Le ragazze in bikini
Le figure sono divise su due piani, in quello superiore troviamo, partendo da sinistra, una prima fanciulla, purtroppo di questa possiamo ammirarne soltanto le gambe. Accanto ad essa, in ordine partendo da sinistra, vediamo: una ragazza con bikini bicolore che solleva dei piccoli pesi per poter effettuare il salto in lungo, un’altra elegante intenta nel lancio del disco e adornata con gioielli, infine le ultime due impegnate nella corsa.
Nella fascia inferiore troviamo, sempre partendo da sinistra, l’unica ragazza coperta da un velo leggero che arriva fino ai piedi con un effetto “vedo non vedo” pronta a donare alla vincitrice della gara la palma della vittoria e una corona di rose.
Segue una ragazza con un gioco particolare nella mano sinistra, che potrebbe far pensare ad un antenato del gioco del cerchio.
In posizione centrale, la vincitrice incoronata, regge la palma della vittoria. Infine, una coppia di ragazze intente nel gioco della palla.
Nel mosaico vengono utilizzati colori tenui e non forti in modo tale da non distrarre dalla bellezza dell’atteggiamento e dalla bellezza dei corpi. Tutte le fanciulle sono curate nell’aspetto, truccate, ben acconciate; non mancano preziosi gioielli.
Tutti pensavamo che il bikini fosse un capo nato in epoca recente. Scoprire la sua esistenza già in epoca romana, non può che suscitare stupore e meraviglia.
Potete ammirare queste opere musive guardando la puntata di Ulisse, dedicata agli splendori della Sicilia, condotta da Alberto Angela dal minuto 1:08:00.
Fonte immagine di copertina: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7d/Villa_del_Casale_%289530792198%29.jpg/800px-Villa_del_Casale_%289530792198%29.jpg Autore: Jos Dielis