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Il cuore e il suo principale nemico: l’ischemia

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Photo: di chezbeate da Pixabay

Il cuore è il “motore pulsante” del nostro organismo; è un organo muscolare cavo, posto al centro del mediastino e rende possibile l’intricato e continuo processo della circolazione sanguigna.

Cenni sulla circolazione sanguigna

Dal cuore, originano le due principali arterie del nostro corpo:

  • l’aorta: origina dal ventricolo sinistro e, diramandosi, fornisce ai nostri tessuti sangue ricco di ossigeno (sangue arterioso);
  • il tronco polmonare: nasce dal ventricolo destro e trasporta sangue povero di ossigeno (sangue venoso), proveniente dalla periferia del corpo, ai polmoni; a livello degli alveoli polmonari, il sangue viene riossigenato e ritorna all’atrio sinistro tramite le vene polmonari, da qui passa nel ventricolo sinistro e, da quest’ultimo, nell’aorta.

Le arterie coronarie

Affinché il nostro cuore possa funzionare correttamente, devono essere soddisfatte due condizioni:

  • generazione dell’impulso elettrico, ad opera del nodo seno-atriale (NSA), il pacemaker naturale del cuore; gli impulsi elettrici saranno, poi, trasmessi al muscolo cardiaco tramite un delicato sistema di conduzione;
  • perfusione, fornita dalle arterie coronarie, che riforniscono il cuore di sangue ossigenato.

Le arterie coronarie nascono dai seni aortici (o seni di Valsalva), situati appena al di sopra della valvola aortica e si distinguono in:

  • arteria coronaria destra, che irrora principalmente l’atrio e il ventricolo destro e, nel 60% della popolazione, il sistema di conduzione elettrica;
  • arteria coronaria sinistra, che nutre essenzialmente l’atrio e il ventricolo sinistro e, nel 40% della popolazione, il sistema di conduzione cardiaco.

Quando viene irrorato il cuore?

Funzionalmente, l’attività cardiaca si divide in due fasi :

  • sistole, in cui il cuore si contrae e spinge il sangue, dai ventricoli, nelle grandi arterie;
  • diastole, in cui il cuore si rilassa e si riempie di sangue.

Le coronarie irrorano il cuore principalmente in diastole, cioè durante la fase di riposo funzionale. Infatti, durante la sistole, la maggior parte delle diramazioni coronariche sono compresse per via dell’elevata pressione intra-ventricolare, generata dall’energica contrazione della muscolatura cardiaca, necessaria per convogliare il sangue nelle grandi arterie.

Ma, che cosa succede se il cuore non è appropriatamente irrorato?

Ischemia cardiaca

L’ischemia cardiaca è una condizione patologica che comporta un mancato o ridotto apporto di flusso sanguigno al cuore e che causa ipossia, cioè scarso apporto di ossigeno ai cardiomiociti.

La mancanza di sangue ossigenato implica diverse problematiche, le cui gravità dipendono dalla durata e dall’intensità dell’ischemia stessa. Tra esse, riconosciamo:

  • deprivazione di energia: l’energia è prodotta dalle nostre cellule attraverso la respirazione cellulare, che avviene nei mitocondri. Se non vi è adeguata produzione di energia, viene sconvolto il funzionamento della principale pompa del nostro organismo, la pompa sodio-potassio, situata nella membrana cellulare, importante nel controllo del volume e dell’eccitabilità cellulare.
  • perdita dell’equilibrio del calcio: il calcio svolge un ruolo centrale nella contrazione muscolare e nella regolazione di numerosi processi cellulari; se i livelli di calcio sono alterati, si attivano diversi enzimi responsabili del danno cellulare;
  • danni mitocondriali: nel mitocondrio non viene più prodotta energia e, nel citoplasma, viene rilasciato il citocromo c, una proteina coinvolta nella morte cellulare.

L’aterosclerosi

L’ischemia cardiaca insorge a causa di un’ostruzione delle arterie coronarie. La causa più comune di tale occlusione è l’aterosclerosi.

L’aterosclerosi è un ispessimento della parete di un’arteria, con progressiva perdita di elasticità e irrigidimento, dovuto alla formazione di una placca ateromatosa (o ateroma) nel vaso arterioso.

L’ateroma si sviluppa lentamente (in 20-30 anni) ed è costituito da:

  • una porzione centrale (core lipidico), formata sostanzialmente da cristalli di colesterolo;
  • un cappuccio fibroso connettivale, che isola il core lipidico dal lume del vaso.

I principali fattori di rischio per lo sviluppo di un ateroma comprendono: ipertensione, fumo di sigaretta, obesità, sedentarietà, alti livelli di LDL e bassi livelli di HDL, diabete mellito.

Complicanze dell’ateroma

Le complicanze dovuta ad un ateroma sono piuttosto gravi; per citarne qualcuna:

  • rottura dell’ateroma, con conseguente rilascio in circolo di frammenti (emboli), che potranno depositarsi a distanza e creare un’ostruzione vascolare;
  • crescita dell’ateroma, che comporta problemi circolatori, dovuti ad un restringimento del lume del vaso,  e sfiancamento della parete arteriosa.

Necrosi ischemica

Nel caso in cui l’ostruzione coronarica sia completa e l’ischemia si protragga nel tempo, la parte di miocardio interessata non sarà adeguatamente ossigenata e andrà incontro a morte per necrosi.

La necrosi ischemica del miocardio è un altro modo per indicare l’infarto miocardico, che rientra, a tutt’oggi, nelle prime cause di morte al mondo.

Il rimodellamento cardiaco

Il tessuto muscolare cardiaco è formato da cellule terminalmente differenziate, incapaci di proliferare ulteriormente; pertanto, i cardiomiociti morti per necrosi potranno solamente essere “rimpiazzati” da tessuto cicatriziale, che:

  • consente di ripristinare una certa continuità anatomica (ma non funzionale) tra le aree cardiache non colpite da necrosi;
  • rappresenta un ostacolo alla conduzione dell’impulso cardiaco, perché le cellule cicatriziali hanno una funzione essenzialmente riparativa.

La complicanza più rilevante di un infarto miocardico è il rimodellamento ventricolare.

Per compensare la funzionalità cardiaca, i cardiomiociti ventricolari indenni vanno incontro ad ipertrofia (cioè, aumento del volume cellulare), nel tentativo di garantire un adeguato apporto sanguigno ai tessuti periferici.

Lo scompenso cardiaco

Con il tempo, i ventricoli, accogliendo maggiori quantità di sangue, si dilateranno notevolmente, ma faranno più fatica a spostare quel medesimo volume sanguigno. Quindi, il cuore si scompenserà e i tessuti periferici saranno ipoperfusi, con conseguente disfunzione cellulare, fino ad una vera e propria insufficienza multiorgano.

La complessità del cuore

Il cuore è, dunque, un organo tanto affascinante quanto elaborato e, pertanto, richiede la giusta cura ed attenzione affinché possa correttamente funzionare.

Per ogni insulto vascolare, è importante tenere a mente la massima “Time is Life” (il tempo è vita), per poter prontamente intervenire e scongiurare danni irreparabili.  Ma, è altrettanto opportuno ricordare che “se un chirurgo ti parla con il cuore in mano non fargli perdere tempo”  (M. Stefanon).

 

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Andrea Longo, classe '98. Studente di Medicina e Chirurgia presso Università di Parma. Tenore lirico per passione, guarda al mondo con occhio critico e curioso.
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