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Il passato evocato dalla moda è necessario da rivivere?

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Film in costume, serie che evocano il passato, se una delle serie più viste nella storia di Netflix ha avuto tanto successo, non è solo merito degli attori. Gusto personale a parte, la qui presente è amante di tutte le serie che hanno un nonsoché di vintage. Quindi dagli anni 80 in giù vedo tutte le serie, così dette in costume.

La serie in costume più vista su Netflix: Bridgerton

Bridgerton la serie campione d’ascolti è stata anche altamente criticata dai puristi delle serie in costume. La stessa Jane Austen avrebbe chiesto i diritti d’autore per la campionatura del nuovo Darcy, ma la serie ha quell’atmosfera leggera, che una visione la merita.

Questo passato/ moderno Regency

Parliamo degli abiti, la serie si installa in epoca Regency. La costumista Ellen Mirojnick, che vanta agli annali la collaborazione per Maleficent, ha volutamente modernizzato gli abiti. Ogni personaggio è contraddistinto da una palette specifica di colori che ne ha descritto la personalità a prima vista. La stessa Regina Charlotte è tipizzata dalle parrucche afro, che richiamano alla provenienza dei suoi avi. Forzato?! Un pochino. D’effetto? Sicuramente. E se questo può aver spinto milioni di persone a documentarsi sulla reale regina è certamente un effetto positivo.

Il successo della serie si deve anche all’aver creato un rapporto tra due epoche distanti tra loro, quella regency e la nostra. Modernizzare gli abiti è servito a farci proiettare in un periodo apparentemente lontano. La voglia di indossare capi che sono stati visti in film o serie tv ha spesso avuto ripercussioni sul costume.

Altri esempi?

Quando? Ricordate la passione per gli anni venti che ci aveva travolto all’uscita del remake del grande Gatsby, Downton Abbey e Midnight in Paris? Tagli di capelli, gioielli, camicie, almeno un elemento nel vestiario richiamava i ruggenti anni venti.

E che rapporto c’è con il passato della moda, le collezioni dell’ haute couture e una nuova serie?

Apparentemente nessuno, eppure un legame sottilissimo lega le collezioni dell’haute couture e la modernizzazione di abiti del passato. C’è la volontà di attingere al passato. Tradizione e presente in proiezione di un nuovo futuro, più consapevole.

Armani Privè e la ciclicità del passato, proiettata nel presente.

Iniziamo dalla sfilata on line di Armani Privè  che si potrebbe dire circolare. Perché? Inizia e finisce nella sede dove risiede Armani Spa, a Palazzo Orsini. La visione aerea di un drone ci immerge gradualmente nel bellissimo palazzo seicento. Le arcate a tutto sesto del cortile ci avvolgono, e poi? Il grandissimo affresco ci cattura, e poi vediamo il sinuoso avanzare delle modelle. Questo riporta alla visone della collezione. L’incidere armonioso delle mannequin inizia con i classici ed attualissimi tailleur, via via la sfilata diventa uno sfolgorante percorso tra i fluttuanti abiti in tulle e ricami.

Nelle collezione si passa dal luminoso grigio perla, al verde acqua, al rosso. Cristalli su evanescenti tessuti conferiscono agli abiti un’eterea magnificenza. Tutto termina con un magnifico abito in blu Klein, dall’ampia gonna di tulle. L’atmosfera è da sogno, un sogno da vivere. Nella sua collezione in Omaggio a Milano, Armani ha donato speranza, di rivivere una luce in questi tempi bui.

Dior : sogno e realtà in dualismo alla ricerca del passato IO

In bilico tra sogno e realtà è la sfilata di Dior haute couture ideata da Maria Grazia Chiuri. Le fonti d’ispirazione della stilista sono le carte dei tarocchi Visconti –Sforza, creati da Bonifacio Bembo per il Duca di Milano nel XV secolo. In un ripetuto sodalizio, la collezione è presentata con un cortometraggio, diretto da Matteo Garrone. Gli abiti vengono presentati in un cadenzare quasi onirico. Ogni scena è una carta. La protagonista, scegliendo un carta, prende parte ad un viaggio, vive un cammino interiore alla scoperta di sé e della sua controparte maschile.

Le ambientazioni sono nell’eclettico Castello di Sammezzano, sito nel comune di Reggello. I ricchi abiti si integrano a meraviglia tra i preziosi elementi decorativi del palazzo; i pregiati tessuti come il velluto dévoré e i ricchi broccati conferiscono agli abiti una tale magnificenza e regalità, che sembrano prendere vita dagli stessi tarocchi viscontei.

I mistici tarocchi evocativi di modernità

Cotanta attenzione al passato non sminuisce il rapporto con la modernità. Le carte sono il punto di partenza e sono infatti reinterpretate dall’artista romano Pietro Ruffo, da tempo in liaison con la maison. Le figure dei tarocchi sono spogliate della conosciuta immagine, ne resta l’aspetto immaginativo, tramutato in ricamo sugli abiti. Si crea un legame con il passato, reinterpretato e catapultato in un mistico futuro. Non a caso, il tributo al fondatore della maison è strettissimo. Monsieur Dior era altamente superstizioso ed elementi legati alle arti divinatorie sono stati presenti in passate collezioni dello stilista.

Maria Grazia Chiuri fornisce un’importante lezione, già presente nella cruise collection e in altre precedenti collezioni: l’attaccamento alle tradizioni, e al proprio IO più nascosto e passato, servono a conferire la forza all’ IO presente.

#Codetemporal di Valentino: antichi fasti rielaborati in chiave futuristica.

Il legame per antichi fasti rielaborati in chiave futuristica è presente nella collezione di Valentino. Ambientata nella lussuosa Sala Grande di Palazzo Colonna a Roma, la collezione è rinominata #Code temporal dal direttore creativo Pierpaolo Piccioli. L’incedere delle modelle sulle note di di Ritual Spirit (temporal) di Robert Del Naja dei Massive Attack è quasi destabilizzante. Eppure questo contrasto di ricchi stucchi, musica elettronica e opulenti abiti trova un incastro perfetto.

Oro, giallo e fucsia, le cadenzate sfumature di bianco e beige si bilanciano. La rielaborazione di gonnelloni, ampi trench e pantaloni fluidi che uomo e donna indossano, potrebbero inter scambiarsi. I lunghi guanti e le vertiginose calzature rievocano dame futuristiche. Questo è l’anno zero di Valentino Haute Couture, un occhiolino che strizza ad un fastoso passato, se ne burla, e si installa più potente nel presente.

I quadri barocchi reinterpretati da Dolce & Gabbana .

Anche in altre collezioni è presente questo rapporto con la rielaborazione della storia passata. Nelle campagna di Dolce & Gabbana  in cui Vanessa Incontrada si tramuta in una novella musa di Rubens, negli scatti dedicati alla collezione curvy. I riferimenti al pittore fiammingo sono presenti nelle baroccheggianti ambientazioni, e nelle pose sinuose e sensuali della bellissima modella.

Lo sguardo in avanti dei poeti, anzi della Poetessa

Questo rapporto tra passato e presente è stato rafforzato dalla potente scoperta in questi giorni della poetessa Amanda Gorman. Dinamica, intelligente, sicura è l’immagine del poeta 3.0. Con 3,3 mln di followers su Instagram. Amante della moda, la poetessa ha firmato con la più importante agenzia di modelle al mondo, la IMG model. Per i più fiscali la notizia ha creato scalpore, eppure la Gorman ha dichiarato di voler eliminare l’immagine antica del poeta trasandato e ai margini della società. Infatti, ha sempre affermato che lo stile sia veicolo ed espressione del tempo.

Il messaggio è chiaro: il presente si ispira al passato, ma guarda avanti.

Foto di TrudyFunk da Pixabay

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About author
Benedetta Longo, laureata in archivistica e biblioteconomia, corsista del master in Total Tourism Management. Da sempre appassionata del campo della moda in tutte le sue sfaccettature. Prendo spunto dalle ultime tendenze per nuovi stimoli, coniugando la passione per i viaggi, il vintage e la storia, in particolare di arte e costume.
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