Il 6 febbraio di 103 anni fa, nel 1918, ci lasciava uno degli artisti più importanti della Secessione viennese e non solo: Gustav Klimt.
Primo presidente del movimento più autorevole della Secessione viennese, Gustav Klimt produsse, insieme a un gruppo di artisti, la rivista “Ver Sacrum” (Sacra primavera), per diffondere nuove idee.
Klimt e il mosaico
Una parte importante delle opere di Klimt è la decorazione. In molte delle sue creazioni utilizza vari materiali: ceramiche smaltate, pietre dure, paste vitree, ecc. Egli infatti, sfrutta questi materiali ricreando intarsi e motivi musivi facendo largo uso della foglia d’oro, che rimanda all’oro bizantino. Il gusto di Klimt per l’oro, infatti, emerge dalla sua passione per i mosaici. Se ne innamorò nel 1903 durante una visita a Ravenna. L’artista adattò alle sue opere questa tecnica e ciò si può notare anche grazie allo stile bizantino del famosissimo “Il bacio”.
Il Fregio Stoclet
Il Fregio Stoclet, situato nella sala da pranzo di palazzo Stoclet a Bruxelles, venne realizzato dal 1905 al 1909 dagli artigiani della Wiener Werkstätte su cartoni di Klimt, progettati dall’architetto Josef Hoffmann e realizzati dall’artista Leopold Forstner con la tecnica mista, tramite pannelli di marmo bianco affiancati ed incisi.
L’opera musiva si può dividere in tre pannelli. Si sviluppa orizzontalmente sui due lati più lunghi della sala da pranzo più una terza, ed è composto da un totale di 15 pannelli.
I mosaici sono posti l’uno di fronte all’altro e un terzo pannello si trova sulla parete di fondo della sala posto in verticale.
La tecnica utilizzata nel fregio di Klimt è il mosaico impreziosito da vari materiali: smalti policromi e dorati, ceramica, vetro, pietre preziose, rame, corallo. Essi contribuiscono ad annullare la separazione tra le figure e lo sfondo.
L’Albero della vita
Al centro troviamo il soggetto principale: l’Albero della vita che rappresenta il ciclo della vita. Questo tema dell’albero ricorre anche in un mosaico che abbiamo già ammirato: il mosaico di Otranto.
I suoi lunghi ed eleganti rami a spirale occupano quasi tutta la superficie. Tra i rami spuntano vari fiori, alcuni a forma di occhio egizio (simbologia religiosa orientale), figure geometriche, farfalle…
Su alcuni rami vi è raffigurato un falco nero che rimanda alla divinità egizia Horus, a indicare la brevità della vita.
L’Attesa
Sulla sinistra vi è raffigurata “L’Attesa” o “Danzatrice”, donna isolata dai tratti egiziani e proiettata in una attesa rigida e statica, messa in evidenza dalle forme triangolari e spigolose del suo vestito.
La stoffa dell’abito richiama la decorazione dello sfondo con spirali dorate, triangoli, occhi stilizzati. In questo modo la danzatrice stessa diventa parte integrante del fregio, un elemento decorativo, non c’è distinzione tra soggetto e sfondo. L’abito è realizzato con l’assemblaggio di diversi elementi, triangoli colorati e dorati realizzati a sbalzo. Il viso è un pezzo unico di ceramica smaltata. È una figura nuova, moderna, stilizzata.
L’Abbraccio
Sulla destra vi è raffigurato “l’Abbraccio” o “il Compimento” che rappresenta una coppia di amanti che si congiungono realizzando il loro sogno d’amore. I loro corpi sono stretti in un caloroso ed intenso abbraccio.
A differenza della veste della danzatrice, realizzata attraverso l’accostamento di forme geometriche, gli abiti dei due amanti sono composti da cerchi e decorazioni fitomorfe. Queste due figure trasmettono passione e serenità e nulla di ciò che accade all’esterno le può disturbare.
L’uomo dà le spalle allo spettatore, la testa è totalmente abbandonata dietro quella dell’amata la quale ha gli occhi chiusi. Lo scenario pone i soggetti del fregio e l’osservatore su due piani separati: l’unico contatto fra le due parti viene stabilito attraverso gli innumerevoli occhi germogliati dall’albero e inseriti nelle vesti dei personaggi.
Il Cavaliere secondo Klimt
Concludendo, l’ultima figura del fregio è quella del Cavaliere. Un soggetto astratto che indossa un elmo bianco e un mantello policromo, realizzato con una serie di rettangoli, figura geometrica utilizzata da Klimt per rappresentare l’uomo (come ne “Il Bacio”). Il cavaliere è il custode del fregio e grazie a lui, i due amanti possono sentirsi al riparo e al sicuro da qualsiasi minaccia esterna.
Questa scena è una rielaborazione dell’abbraccio del “Fregio di Beethoven“, situato anch’esso nella parte finale dell’opera.
Fonte immagine di copertina: pitturiamo.eu https://www.pitturiamo.eu/wp-content/uploads/fregio-palazzo-stoclet-Klimt-1024×598.jpg
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