Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite, in modo drastico e senza avvisare. Le mascherine e i guanti sono diventati estensioni del nostro corpo, il distanziamento sociale e l’isolamento domiciliare la nuova normalità. È una pandemia che ha colpito tutti, in ogni aspetto. Anche a livello economico. Sono migliaia i posti di lavoro persi, i dipendenti obbligati alla cassa integrazione e i liberi professionisti e commercianti che hanno avuto non poche ripercussioni sulle loro attività. La crisi economica causata dal Coronavirus è l’altra faccia dell’epidemia, pericolosa e nascosta, e starà con noi ancora per molto tempo.
La crisi economica che verrà
È idealmente la sorella adottiva delle crisi del 1929 e del 2008. In questo caso però ci troviamo di fronte a premesse completamente diverse. La causa scatenante è esogena dal sistema finanziario e la globalizzazione e il livello tecnologico sono molto più sviluppati. Inoltre, differentemente dalle crisi precedenti, la Banca Centrale ha da subito creato nuove immissioni di liquidità. Queste premesse portano alla creazione di una doppia crisi; prima una dell’offerta dovuta alla chiusura forzata della maggior parte delle aziende, seguita poi da una della domanda generata dalla forte disoccupazione e dal crollo del reddito medio pro-capite. L’effetto domino che si verrà a creare sarà difficile da gestire in quanto non si tratterà più di una crisi finanziaria, come nel 2008, ma saranno influenzate in modo diretto anche l’economia reale e il sistema domanda-offerta. Esiste, quindi, un modo per proteggerci da questo nemico invisibile?
Helicopter drop e le altre politiche
A livello statale è fondamentale che il pubblico si prenda cura del privato attraverso un forte sostegno economico e con politiche fiscali ad hoc per ogni singola nazione. Al momento però è un dibattito tutt’altro che chiuso. Se da un lato l’obiettivo è fornire benzina alle imprese per poter rimettere in moto la macchina economica, dall’altro rimane aperta la questione sugli strumenti da utilizzare. Gli Eurobond, ovvero le obbligazioni statali acquistate dalla BCE per ottenere indirettamente liquidità, si portano addosso il macigno dell’aumento del debito pubblico, già fin troppo pesante per l’Italia. Un’ipotesi che sta emergendo, riporta Tortuga, riguarda l’utilizzo del così detto helicopter drop. Si tratta di un’immissione di liquidità, da parte delle banche centrali, direttamente sui conti correnti delle imprese o indirettamente attraverso sussidi e riduzione delle tasse, evitando dunque un aumento della pressione fiscale e del debito pubblico. Non può però essere una soluzione definitiva e prolungata nel tempo, in quanto il suo utilizzo sistematico porterebbe a un aumento di salari e prezzi e, così, all’inflazione. È quindi importante che l’helicopter drop venga attuato in maniera mirata, evitando che venga interpretato come un segnale d’allarme, tale da generare sfiducia generalizzata.
La conoscenza come arma
E noi privati? Dobbiamo cercare di eliminare la paura e l’incertezza sul futuro e fidarci delle politiche economiche messe in campo dai vari attori. Bisogna evitare, inoltre, di perdere fiducia nei confronti degli operatori economici. Per fare un esempio pratico: recarsi in banca e prelevare tutti i propri risparmi per paura di una nuova tassa patrimoniale è sbagliato. Perché? Se tutti facessero così le banche si troverebbero senza una parte importante dei loro attivi e si rischierebbe il fallimento dell’intero sistema. Inoltre, la mancanza di fiducia porterebbe all’adozione di comportamenti non previsti dall’attore economico che renderebbero vane le strategie adottate. Quindi… combattiamo la paura con la conoscenza e ricordiamoci che l’economia è ciclica: dopo una crisi ci sarà sempre una ripresa!
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