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La fase 2.2 è iniziata: “Uno alla volta, per carità!”

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Foto di Stefan Keller da Pixabay

Se volessimo cercare con un velo d’ironia un sottofondo musicale per descrivere questa seconda parte della fase 2, probabilmente dovremmo intonare una delle arie più celebri della musica lirica: il “Largo al factotum” da “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini.

“Uno alla volta, per carità!”, queste poche parole scandiscono i tempi e le regole della fase 2. I timori per una riapertura “euforica” sono più che fondati. Si fa appello al buon senso dei cittadini per non vanificare i risultati ottenuti con il lockdown.
Dal 3 giugno ci si potrà spostare anche tra le regioni, purché queste non vengano classificate ad alto rischio, secondo criteri di classificazione ancora allo studio in questi giorni.

Da lunedì 18 maggio la fase 2 è entrata nel vivo. Non è più necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti all’interno della propria regione e la maggior parte delle attività commerciali ha potuto finalmente riaprire.

Aperture e tradizioni

I barbieri contrariamente alla tradizione hanno aperto di lunedì. Tradizione che sarebbe da ricercare in un tragico avvenimento accaduto nella Firenze del 1742, proprio di lunedì. A seguito dell’omicidio di una giovane prostituta, avvenuto per mano di un barbiere, i colleghi decisero di chiudere bottega per andare ad assistere alla sua impiccagione. (Ulteriori approfondimenti sulla vicenda li potrete trovare qui).

Questa volta erano svariati settori dell’economia a rischiare di finire sul patibolo. Gli effetti prolungati del lockdown, uniti alle rigide regole che ne disciplinano la riapertura e ai ritardi nell’erogazione delle risorse, hanno stretto ulteriormente il cappio attorno a un’economia già di per sé in affanno.

Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34

Dal 19 maggio il Decreto Aprile mutato poi in Decreto Rilancio e recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” è in Gazzetta Ufficiale.

Tra le tante misure figurano:

  • Eliminazione delle clausole di salvaguardia;
  • Cancellazione saldo e acconto IRAP di giugno (per imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro);
  • Esonero da TOSAP e COSAP per imprese di pubblico esercizio;
  • Proroga IVA fino al 16 settembre;
  • Eliminazione rata IMU di giugno per il settore turistico;
  • Sanatoria per i lavoratori in nero;
  • REM: Reddito di emergenza;
  • Bonus vacanza;

Queste sono solo alcune delle misure contenute nel decreto, si attendono tuttavia le norme attuative.

Dall’Europa notizie incoraggianti arriverebbero dall’accordo tra il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’accordo prevede la presentazione alla Commissione europea di un piano di emissione di debito comune da 500 miliardi di euro da destinare ai paesi più colpiti da questa emergenza, di cui l’Italia potrebbe essere destinataria di una somma di circa 100 miliardi.

L’accordo segna indubbiamente un cambio di passo storico nella politica della cancelliera, ma il piano si scontrerà con la riluttanza dei cosiddetti “paesi frugali” e l’ammontare delle risorse potrebbe considerevolmente ridursi.

Il Caso Bonafede

Nel frattempo, in attesa della riapertura di cinema e teatri prevista per il 15 giugno, ad andare in scena al Senato, in diretta televisiva, è stato il voto sulle due mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Una delle mozioni è stata presentata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, l’altra da +Europa.
La mozione del centro-destra è legata principalmente alla vicenda della nomina a capo del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), quella del partito di Emma Bonino invece a mancate riforme della giustizia.
Entrambi contestavano un approccio troppo giustizialista nella gestione degli affari riguardanti il suo dicastero.

Le due mozioni sono state respinte. Decisivo il voto di Italia Viva che votando a sfavore tiene in piedi l’esecutivo.

In questa delicata fase in cui si torna gradualmente a un livello modesto di normalità, non è mancato qualche eccesso e da più parti è stato lanciato l'”allarme movida”. I primi dati disponibili sulla fine del lockdown finora sono positivi. Tuttavia, questi fanno riferimento solo ai primi giorni che fanno seguito alla riapertura del 4 maggio. Per avere dati più significativi sull’impatto delle riaperture bisognerà attendere ancora alcune settimane.

Photo: Stefan Keller da Pixabay 

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Andrea Bertini Classe 1993 Studia Scienze Politiche presso Università del Salento
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