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La paura spinge all’azione: gli effetti dell’adrenalina

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Nel singolo degli Imagine Dragons, Whatever it Takes, si canta ” amo l’adrenalina nelle mie vene” (“I love the adrenaline in my veins)“, esaltando la pienezza delle proprie potenzialità.

Quindi, attenendoci al testo della canzone, l’adrenalina, che scorre “pulsante” nel sangue, permetterebbe di fare tutto ciò che occorre che sia fatto (whatever it takes).

L’adrenalina ci prepara all’azione?

È la notte di Halloween. Sei solo in casa. Ma qualcuno, silenziosamente, entra e ti sorprende alle spalle: ti volti e una sagoma di 2.20 metri agita agevolmente, davanti ai tuoi occhi impauriti, una lama affilata.

Che cosa faresti in questa circostanza?

La scena appena descritta introduce il film “Halloween (2018)“, facente parte dell’omonima serie cinematografica, in cui l’assassino è Michael Myers (→vedi immagine in evidenza).

Flight or flight?

La reazione “fight or flight” (tradotto con “combatti o fuggi”) è stata descritta per la prima volta dal fisiologo statunitense W. B. Connon (1871-1945) ed è un meccanismo fisiologico ancestrale che il nostro organismo mette in atto in situazioni di potenziale pericolo.

Questo tipo di risposta ci prepara ad affrontare molto rapidamente una situazione, che il nostro organismo avverte come una “minaccia”.

L’ormone che regola questo tipo di reazione è l’adrenalina.

L’ormone della paura

L’adrenalina è un ormone sintetizzato nella midollare del surrene.

Le ghiandole surrenali

Il surrene è un organo ghiandolare pari di forma triangolare, rivestito da capsula e posto sulla sommità del rene, quasi a formare un cappuccio.

Il surrene si divide in una zona più esterna, detta corticale e in una più interna, della midollare.

Corticale del surrene

La zona corticale si divide, a sua volta, in tre zone

  • glomerulare, che secerne aldosterone, implicato nel controllo della pressione arteriosa;
  • fascicolata, che produce cortisolo (anche detto “ormone dello stress”);
  • reticolare, che secerne principalmente androgeni.

Midollare del surrene

La zona midollare, sotto diretto stimolo del sistema nervoso, rilascia catecolamine, di cui fa parte l’adrenalina.

Più nel dettaglio: dalla porzione toracica del midollo spinale, emergono fibre facenti parte del sistema nervoso simpatico.

Tali fibre giungono direttamente alla midollare del surrene, stimolandola a liberare adrenalina.

Il rilascio istantaneo di adrenalina è necessario per fronteggiare il pericolo nel più breve tempo possibile (si ritorni all’esempio introduttivo, in cui io di decido di fuggire, in modo precipitoso, dall’assassino).

Effetti dell’adrenalina sul nostro organismo

Come anticipatamente detto, l’adrenalina è implicata nelle reazioni “fight or flight“.

A livello sistemico l’adrenalina comporta:

  • dilatazione bronchiale;
  • aumento della gittata cardiaca (quantità di sangue pompata dal cuore al minuto);
  • indirizzo preferenziale del flusso sanguigno verso muscoli, cuore, fegato, cervello;
  • aumento della glicemia.

I recettori adrenergici

A livello locale, gli effetti dell’adrenalina possono essere molto diversi, in funzione del recettore espresso dai vari tessuti.

I recettori adrenergici a cui si lega l’adrenalina si dividono in due tipologie:

Recettori α (alfa)

  • α1: ubiquitari e mediano vasocostrizione, agendo soprattutto sulla muscolatura liscia dei piccoli vasi;
  • α2: presenti a livello gastrointestinale, hanno un effetto opposto rispetto ai recettori α1 e inibiscono la secrezione dell’insulina da parte del pancreas.

Recettori β (beta)

  • β1: recettori di tipo eccitatorio, localizzati principalmente a livello cardiaco e renale. In particolare, a livello del cuore si assiste ad un aumento della frequenza e dell’intensità della contrazione cardiaca. A livello renale è stimolata la secrezione di renina, con conseguente aumento della pressione arteriosa.
  • β2: a livello bronchiale provocano dilatazione, consentendo un maggior ingresso di O2 e una più rapida fuoriuscita di CO2 . Consentono, inoltre, maggior afflusso di sangue al cuore, ai muscoli scheletrici e al fegato.
  • β3: localizzati nel tessuto adiposo; la loro attivazione comporta la liberazione dei trigliceridi, importante fonte di energia per il nostro organismo.

L’adrenalina: il farmaco salvavita

Anafilassi

L’adrenalina è il farmaco di prima scelta da somministrare tempestivamente durante una situazione di anafilassi ed è confezionata in dispositivi automatici, gli autoiniettori.

In caso di anafilassi, si raccomanda l’iniezione di adrenalina nella porzione antero-laterale della coscia (per via intramuscolare).
La via intramuscolare è da preferire rispetto alla via di  somministrazione sottocutanea: quest’ultima, infatti, può ritardare l’assorbimento di adrenalina.
L’utilizzo di adrenalina è privo di effetti dannosi assoluti. Tuttavia, possono insorgere effetti minori, che possono includere: mal di testa, tremore, palpitazioni.
Blocco cardiaco
In caso di blocco cardiaco, per agire localmente sul cuore, si procede con l’iniezione intracardiaca di adrenalina (farmaco stimolante).Nel cult Pulp Fiction (1994) di Q. Tarantino, Mia (Uma Thurman) introduce per via nasale una dose considerevole di una polvere bianca, convinta si trattasse di cocaina.Invece, finisce in overdose per eroina: si accascia e va in arresto respiratorio.

Vincent (John Travolta) decide istantaneamente di iniettarle adrenalina per via intracardiaca. Con una siringa dotata di un lungo ago, assesta un “colpo” nel petto di Mia che, immediatamente, si risveglia.

Questa scena, seppur iconica, è infondata.

L’eroina, sostanza stupefacente derivante dalla morfina, produce disinibizione a livello cerebrale: in tal modo, la capacità di controllare la concentrazione nel sangue di CO2 risulterebbe compromessa.

Se aumenta la concentrazione di CO2, per via riflessa abbiamo la necessità di respirare.

L’adrenalina, avrebbe avuto un effetto stimolante sul cuore, ma non sarebbe servita per invertire l’influenza che l’eroina ha avuto sul cervello.

Dunque, Mia sarebbe morta, sia in presenza che in assenza di iniezione di adrenalina.

L’adrenalina e l’adattamento primitivo

L’adrenalina ha, quindi, da sempre “guidato” le scelte dell’uomo, posto davanti ad un’improvvisa situazione di pericolo.

I nostri antenati, ad esempio, fuggivano dalle tigri dai denti a sciabola, dalla possente forza di un mammut.

Ma, nel momento in cui dovevano cacciare le prede, una “scarica” di adrenalina consentiva loro di prepararsi all’azione, di correre più velocemente.

Al giorno d’oggi, le situazioni a cui siamo chiamati a rispondere e a reagire sono ben diverse: differenti sono, infatti, le fonti di stress (carriera lavorativa, esame universitario, malattia di un caro…).

La vita è un processo in cui si deve costantemente scegliere tra la sicurezza (per paura e per il bisogno di difendersi) e il rischio (per progredire e crescere)”
A. Maslow

Photo: di Javier Rodriguez da Pixabay 

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Andrea Longo, classe '98. Studente di Medicina e Chirurgia presso Università di Parma. Tenore lirico per passione, guarda al mondo con occhio critico e curioso.
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