Nell’articolo sulla memoria abbiamo introdotto l’argomento dei sette peccati della memoria. Oggi voglio soffermarmi sui peccati delle attribuzioni erronee e sulla suggestionabilità.
Le attribuzioni erronee di memoria
Le attribuzioni erronee di memoria si verificano quando si attribuisce un ricordo ad una fonte sbagliata. Si verificano, ad esempio, nei casi di errori di identificazione da parte dei testimoni. Al tal proposito voglio far riferimento al caso Thomson. Lo psicologo Donald Thomson, che si occupava di ricerche sulla memoria, fu accusato di stupro da una testimone. Lo psicologo, che aveva un alibi, fu scagionato. Secondo alcuni studiosi (Schacter, 1996; Thomson, 1988) tutto ciò era accaduto perché la vittima aveva visto poco prima dell’aggressione un’intervista fatta a Thomson proprio sui ricordi distorti ed aveva, probabilmente, associato il volto dello psicologo a quello dell’aggressore.
Da un punto di vista neuropsicologico, dagli studi è emerso che pazienti con lesioni ai lobi frontali sono più soggetti a cadere nell’errore di attribuzione di un ricordo (Schacter et al., 1984; Shimamura e Squire, 1987).
Inoltre, alcuni esperimenti con tecniche di neuroimmagine hanno mostrato che sia durante il riconoscimento corretto che durante il falso, si attivano aree cerebrali
corrispondenti (Cabeza et al., 2001; Slotnik e Schacter, 2004). L’attività cerebrale però sembra essere più elevata quando il riconoscimento è corretto.
Cosa si intende per suggestionabilità?
La suggestionabilità è la tendenza a incorporare nei ricordi personali alcune informazioni fuorvianti che provengono da fonti esterne. E’ perciò strettamente connessa con l’erronea attribuzione del ricordo (che però si può verificare in assenza di un’ informazione fuorviante).
Interessante al riguardo un esperimento condotto da Crombarg e collaboratori (1996). Chiesero ad alcuni studenti se avevano visto il filmato dell’impatto di un aereo avvenuto 10 mesi prima. Circa il 60% di essi rispose affermativamente. Tuttavia, non esisteva alcun filmato del momento dell’impatto!
Siamo esseri imperfetti. Costantemente assorbiti dal contesto in cui viviamo ed influenzati dalle relazioni interpersonali in cui siamo coinvolti, non sempre consapevoli di tutto ciò.
Ogni volta che ricordiamo qualcosa lo rielaboriamo e lo ricostruiamo, perciò il risultato non sarà mai l’esatta copia del ricordo precedente. La questione diventa assai più complessa considerando l’ambito testimoniale. In questo contesto l’ambiente stressante e pressante tende a suggestionare ancora di più il recupero del ricordo.
La suggestionabilità interrogativa
La suggestionabilità interrogativa (o suggestionabilità alle domande) consiste nella tendenza dell’individuo ad alterare il recupero e la narrazione del ricordo di un evento a causa di informazioni ingannevoli e pressioni interpersonali che si verificano nel corso di un’intervista.
Questa tendenza comporta che il soggetto diventi incapace di distinguere ciò che realmente è accaduto da ciò che è frutto della sua immaginazione e dell’influenza del contesto. Di conseguenza si possono verificare aggiunte di informazioni fuorvianti al ricordo originale, distorsioni e modifiche dell’evento immagazzinato in memoria, il ricordo di eventi mai vissuti.
La suggestionabilità quindi è il risultato dell’interazione dinamica di cinque fattori:
- un contesto d’interazione opprimente, in cui ci sono solo l’interrogante e l’interrogato;
- un interrogatorio che ha come obiettivo quello di ottenere dettagli relativi ad eventi passati;
- presenza di domande e stimoli suggestivi;
- assimilazione delle informazioni fuorvianti che sono contenute nelle domande suggestive;
- una risposta comportamentale da cui si può comprendere se il soggetto ha colto o meno il suggerimento.
Quanto siamo influenzabili?
A parità di situazione, gli individui rispondono alle suggestioni in maniera differente: alcuni sono più influenzabili di altri. La differenza consiste nel modo in cui, di volta in volta, fattori individuali e fattori sociali si combinano, agendo sul soggetto e sul suo modo di rispondere agli stimoli ambientali.
Vari sono i fattori di differenza individuale che rendono le persone più suggestionabili. Prima di tutto si deve considerare l’età, in quanto i bambini (soprattutto tra i 3 e i 4 anni) e gli anziani sono maggiormente suggestionabili rispetto ad adolescenti e adulti. Risultano poi più suggestionabili soggetti di sesso femminile, caratterizzate da una sfiducia verso la propria memoria e dalla tendenza alla desiderabilità sociale. In questi soggetti si possono riscontrare ansia, scarsa autostima e carenti abilità cognitive.
Oltre ai fattori individuali, bisogna tener conto dei fattori sociali. L’ambiente e le sue caratteristiche giocano un grande ruolo. Un contesto opprimente, l’incertezza sociale dell’intervistato e l’alta fiducia riposta nell’intervistatore sono le basi. A ciò contribuiscono aspettative non realistiche sulle prestazioni dell’intervistato, la ripetizione di domande suggestive e l’utilizzo di specifiche tipologie di domande (ad esempio, quelle contenenti informazioni non presenti nelle precedenti risposte dell’intervistato e/o quelle che offrono suggerimenti).
Siete ancora convinti quindi che nessuno possa intaccare la vostra memoria?
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