La minoranza minorata parassita di un paese
Addentrarsi nell’oscuro mondo dei No Vax significa lasciarsi risucchiare in un buco nero del quale si conosce l’inizio ma della cui fine non si ha parvenza alcuna. Spazziamo via sin da subito ogni equivoco.
Avere un dubbio sul vaccino è più che legittimo (in fondo siamo ancora in democrazia, checché ne dicano i no vax) e avere paura non è per nulla deprecabile. E chi non riesce a vincere questa paura (evidentemente superiore alla paura del virus) merita rispetto e comprensione.
La paura, di per sé, è un sentimento finanche nobile e tale resterebbe se non venisse alimentata e fomentata da teorie tra le più disparate e strampalate. E difatti, lo scibile antivaccinista va ben oltre il pur comprensibile timore di eventuali effetti collaterali, bensì spazia da tesi per le quali il vaccino “è solo un siero sperimentale che modifica il dna”, “contiene grafene, piombo, mercurio (quando va bene) e cellule di feti abortiti (quando va male)” fino a teorie dal tenore complottista quali “ci iniettano un microchip per controllarci tutti” o “ci rendono sterili per depopolare il mondo”.
Sono queste solo alcune delle argomentazioni più stravaganti, riportarle tutte sarebbe troppo lungo nonché svilente tanto per chi scrive ancor più per chi legge.
Chi sono gli irriducibili No vax?
Sebbene siano una minoranza, sono ad oggi ancora ben 6 milioni gli italiani reticenti all’inoculazione. Italioti che all’immunità al virus prediligono l’immunità al buon senso, crogiolandosi in un universo parallelo fatto di paranoie e complottismi vari. Ma ciò che più spaventa è quanto queste convinzioni così monolitiche, non negoziabili né smentibili in alcun modo, nella loro illogicità, non siano solo ad appannaggio del matto di turno per il quale la terra sarebbe piatta e noi saremmo cavie di esperimenti alieni. Ad essere pervasi da questa ondata irrazionale è lo stimato collega d’ufficio, l’amico di una vita, nei casi peggiori un parente o la fidanzata.
Dall’avvocato che si erge a tutore del diritto costituzionale di scegliere, al medico in evidente crisi di identità che pontifica dubbie spiegazioni tecniche, i fomentatori dell’isteria no vax non mancano.
A questo punto viene da chiedersi come e perché questa frangia oltranzista venga alimentata e sorretta.
Lo spettro delle ragioni che si annida nei meandri delle turbe psichiche no vax è piuttosto ampio. In primis a corroborare certa propaganda vi sono stati i continui allarmismi mediatici, la gestione incerta e contraddittoria della campagna vaccinale e i messaggi non sempre uniformi nel dibattito pubblico. Ma a fare il resto un ruolo decisivo lo ha giocato la disintermediazione delle piattaforme social, una bolla senza filtri in cui la fake news diventa di tendenza a prescindere dalla sua attendibilità. Un circolo vizioso di panzane antiscientifiche spesso messo in moto da veri “architetti del terrore” che sulle paure dei più fragili trovano terreno fertile per speculare.
È possibile riuscire a rinsavirli?
Lasciate ogni speranza voi che tentate. Il motivo principale per cui la battaglia ai No Vax è una battaglia persa in partenza, è perché non giochiamo sullo stesso tavolo, non parliamo la stessa lingua. Sarebbe semplicemente una perdita di tempo oltremodo masochistica seguirne i deliri con pazienza e buona volontà missionaria. Discutere con loro di metodo scientifico, statistiche e fonti può nuocere alla salute più del virus stesso.
Il guaio è che in questa cloaca di intelligenza asintomatica non è solo la scienza ad essere messa in dubbio, ma la stessa oggettività dei dati, il loro valore di prova inconfutabile. Anzi, più un dato proviene da fonte autorevole, più sarà sospettabile di essere stato manipolato. E se non mi sta bene che oggi sia lunedì, troverò sicuramente un sito che mi conforterà nell’idea che oggi è domenica, e quello “strano” calendario che mi obbliga ad alzarmi dal letto non è altro che la conferma dell’esistenza di un complotto contro di me.
Un mindset nel quale negare la realtà diventa la massima espressione di libertà piuttosto che di malafede o follia.
A fronte di tutto ciò viene meno ogni possibilità anche solo di instaurare un dialogo o un confronto, e sperare che possano prima o poi ravvedersi appare solo una vacua e quanto mai sterile illusione.
In molti sostengono che bisognerebbe ignorarli, toglierli addirittura il diritto di parola, non farli intervenire in tv o vietare loro le manifestazioni nelle piazze. Obbiettivamente, però, non sembra poter esser questo il vero argine da contrapporvi, così come non lo sarà qualsivoglia super o mega green pass che possa adottarsi. Misure radicali non attenueranno teorie radicali, ma anzi conferiranno a queste ulteriore linfa e ragione d’esistere. Lo stesso paventato obbligo vaccinale, anche in ragione della sua poco fattibile attuazione, non sposterebbe di molto gli equilibri.
L’unica cosa chiara nel buco nero di questa parte parassita della nostra società è che una presa di coscienza collettiva resterà utopico raggiungerla. Ma per quanto si possa negare e vaneggiare la luce in fondo a quel tunnel, chiamato Covid-19, ad oggi è solo ed unicamente il vaccino.
Foto copertina di Silvia Gaudenzi da Pixabay
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