Negli ultimi giorni avrete sicuramente sentito parlare delle nuove scoperte archeologiche rinvenute a Pompei. Gli ultimi scavi della Regio V hanno riportato alla luce un meraviglioso Thermopolium (per gli antichi romani Caupona o Popina). Si tratta di un bancone dove comprare e consumare al momento un pasto veloce, praticamente i fast-food odierni.
Il prezioso Thermopolium di Pompei
Vi chiederete: “In tutta Pompei era presente solo un bancone dove poter prendere del cibo?”. Ebbene no! A Pompei vi sono numerosi Thermopolium, circa un’ottantina, ma quest’ultimo ritrovamento ha fatto più “rumore” degli altri in quanto è l’unico che si presenta interamente dipinto.
Vi sono raffigurati, con colori brillanti, una nereide su un cavallo marino, la prima ad essere stata scoperta (2019) e i prodotti che molto probabilmente venivano venduti nel locale: una coppia di anatre germane a testa in giù, un gallo e un cane al guinzaglio come se fosse l’avvertimento del Cave Canem, simbolo e mosaico tra i più famosi di Pompei.
Non solo il Thermopolium ma anche un mosaico
Sempre durante gli scavi della Regio V, nella Casa di Giove, è stato rinvenuto un pavimento musivo, che risale al II sec. a.C., con delle figure molto particolari.
Nella domus, il pavimento in questione è realizzato in opus signinum.
Quest’opus presenta due varianti: una malta grossolana, dove abbondano sassi, frammenti di tegole e di vasellame mescolati a un legante di calce, oppure una malta più raffinata con cocci di tegola, ridotti in polvere, e perfettamente lisciata.
A renderlo molto simile al mosaico contribuiscono i motivi ornamentali: inizialmente incrostature di “lapilli” o sassolini di torrente sparsi sul fondo della malta, poi inserti di tessere monocrome distanziate tra loro che ricreano motivi decorativi semplici (rombi, ottagoni secanti, crocette disposte secondo linee ortogonali) come in questo caso.
Il mosaico di Orione
La parte centrale è caratterizzata dalla presenza di un mosaico rettangolare dai toni scuri. Si tratta di un emblèma realizzato in opus vermiculatum. Tra questi ricordiamo il più famoso emblèma di Pompei: il Mosaico di Alessandro (La Battaglia di Isso).
Quest’opus permette di avere un’accuratezza nei disegni e nei dettagli davvero impressionante.
Il mosaico è racchiuso da una cornice musiva con elementi decorativi geometrici. Alla base troviamo un maestoso cobra che simbolizza la Terra da cui viene fuori lo scorpione che uccide il cacciatore Orione.
Per volere di Zeus egli, dopo la morte, si trasforma in una bellissima costellazione (fenomeno del catasterismo). Le raffigurazioni di Orione che si trasforma in costellazione sono molto rare e per questo il ritrovamento pompeiano assume valore e pregio significativo.
Le caratteristiche di questo mosaico
Orione, che si eleva verso l’alto, è rappresentato con delle ali di farfalla (attributo della dea Psiche, quindi l’anima) nel momento del trapasso. Sopra di lui troviamo delle figure alate in grandezza decrescente.
Il primo è Eros che con una mano rivolge l’indice verso l’alto mentre con l’altra impugna, verso Orione, una fiaccola/torcia per bruciargli l’anima. L’ultima figura alata, non ben identificata, potrebbe essere il dio del sonno Hypnos, il quale spesso porge delle corone floreali di papavero.
Gli occhi di Orione, in questo mosaico, sono bianchi, senza pupille, il che rimanda al suo accecamento sull’isola di Chio e, con un pugnale appeso alla cintura che ha permesso la sua identificazione.
Pompei ultima scoperta
Queste scoperte sono state recentemente raccontate nel nuovo e spettacolare documentario Rai (Rai Documentari) “POMPEI ULTIMA SCOPERTA”, diretto da Pierre Stine e vincitore del premio come miglior progetto multi-format al World Congress of Science and Factual Producers 2020.
Fonte immagine di copertina: Pompeionline https://www.pompeionline.net/images/stories/giove/Casa_di_Giove_Pompei2.jpg