Dopo il liberi tutti estivo ecco che ci risiamo: una seconda impennata dei contagi ci costringe nuovamente a stare in casa. I più fortunati in smart working, chi in cassa integrazione e altri ancora a serrande abbassate. Non possiamo quindi non domandarci come tutto ciò andrà ad influenzare la crisi economica già in atto e i suoi scenari futuri e, soprattutto, quali saranno le azioni messe in campo per provare ad arginare questa piaga. Avevamo già trattato il tema della crisi economica causata dal coronavirus, in un precedente articolo, in questo faremo un focus su una misura adottata spesso per misurare lo “stato di salute” di un Paese, il Prodotto Interno Lordo o PIL.
Crisi economica e coronavirus: dove siamo
Secondo i dati della CIGIA di Mestre, nel 2020 gli italiani perderanno in media 2500€ a testa e il PIL del Sud Italia tornerà a essere simile a quello di trenta anni fa. A livello nazionale, invece, le previsioni indicano un Prodotto Interno Lordo in caduta libera intorno al meno 9%, che ci riporta ai valori del 1998. Inoltre, si registrerà un calo dell’occupazione del 2% rispetto all’anno scorso.
Le misure anti crisi
A fronte di questi dati il Governo ha adottato diverse soluzioni con l’obiettivo di mitigare una crisi economica ormai in atto. In questa seconda ondata, infatti, si è scelto di procedere con lockdown locali, incentivi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e ammortizzatori sociali.
In particolare, per contrastare l’effetto della crisi economica sul settore della ristorazione, il Consiglio dei ministri ha varato, nella notte del 6-7 novembre, il DL Ristori-Bis, che prevede un ulteriore 50% di contributi a fondo perduto per tutte quelle realtà situate nelle zone rosse o arancioni, che ne avevano già beneficiato durante la prima ondata primaverile.
Sebbene gli aiuti riguardino principalmente gli operatori del settore della ristorazione, sono state ampliate le categorie che potranno beneficiarne. Queste attività potranno cedere fino al 60% dell’affitto al proprietario dell’immobile per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020. Non sarà dovuta la seconda rata IMU e saranno congelati ritenute alla fonte e pagamenti IVA per il mese di novembre.
Sospesi anche i contributi previdenziali di ottobre e novembre indistintamente dalla zona, mentre per la sospensione inerente il mese di dicembre occorrerà essere in zona arancione o rossa. Ires e Irap prorogati al 30 aprile 2021. Per quanto riguarda la didattica a distanza viene prorogato il bonus baby-sitter da 1000€ e, per i lavoratori dipendenti impossibilitati allo smart working, un congedo straordinario retribuito al 50%.
Crisi economica e coronavirus: previsioni per il 2021
Sebbene le previsioni per la fine dell’anno siano migliorate rispetto a questa primavera, quelle per il prossimo anno non fanno presagire nulla di buono. Il 5 di novembre la Commissione Europea ha prodotto “le previsioni economiche d’autunno”.
Secondo queste, infatti, in Italia si assisterà a una crescita del Prodotto Interno Lordo per il 2021 del 4,1% contro il 6,1% inizialmente previsto. Per il 2022 la crescita del PIL dovrebbe attestarsi intorno al 2,8%. Questi dati ci fanno capire bene come la luce in fondo al tunnel si inizierà a intravedere a partire dal 2023. Un altro dato poco rassicurante è il rapporto deficit/pil che passa da un 1,6% del 2019 ad un 10,08% del 2020, più del triplo rispetto al tetto del 3% imposto dall’unione europea.
Il PIL: cos’è e da quali grandezze è formato?
Il Prodotto Interno Lordo è una misura sintetica dello stato di salute di un Paese, in quanto incorpora al suo interno il valore dei beni e servizi prodotti da un Paese in un dato momento storico. Esistono tre metodologie per calcolarlo, ognuna con significati diversi. Nel metodo della spesa, il più utilizzato, il PIL è composto dai consumi, ovvero la spesa delle famiglie in beni durevoli, beni di consumo e servizi, dagli investimenti, che sono la spesa delle imprese e delle famiglie in beni strumentali e immobili, dalla spesa pubblica, ovvero la spesa dello Stato e amministrazioni pubbliche, e dalle esportazioni nette, che sono date dalla differenza tra esportazioni e importazioni.
Solitamente viene messo in rapporto con il Deficit pubblico, ovvero la differenza negativa tra le entrate e le uscite statali, e un incremento di questo rapporto può indicare come lo Stato stia aumentando la spesa pubblica per far fronte, ad esempio, ad una crisi economica.
Noi siamo co-responsabili per il nostro Prodotto Interno Lordo
Le aspettative per il futuro non sono delle più rosee. Un ulteriore dato da prendere in considerazione è l’aumento del risparmio delle famiglie. Questo riflette la paura e l’incertezza che tutti noi stiamo vivendo in merito al nostro futuro economico e lavorativo. Il Prodotto Interno Lordo analizzato precedentemente ci fa capire che se da un lato lo stato sta aumentando la spesa pubblica, dall’ altro anche noi consumatori rivestiamo un ruolo importante nella sua crescita.
Ecco quindi che dovremo cercare di non farci prendere dalla paura, ma di sfruttare il momento che stiamo vivendo a nostro favore. Mi spiego meglio. Se abbiamo in mente di acquistare casa, possiamo sfruttare il fatto che ora i tassi di interesse sui mutui sono ai minimi. Se abbiamo intenzione di ristrutturare, sfruttiamo le esenzioni fiscali. Più in generale noi per primi abbiamo ora la possibilità di essere il propulsore per la ripartenza economica di un Paese che, nonostante tutto, si è sempre rialzato.
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