Sentiamo sempre più spesso parlare di “umanizzazione degli spazi”, ovvero di rendere più umano un determinato luogo o edificio.
Andiamo ora ad analizzare cosa intendiamo per umanizzazione degli spazi, partendo da un’ abitazione per poi trattare strutture più complesse come un ospedale e un istituto penitenziario.
Il ruolo dell’Ingegnere nell’umanizzazione degli spazi
In cosa consiste l’umanizzazione degli spazi e qual è il ruolo del progettista?
Il progettista architettonico ha il compito di organizzare e gestire tutti i vari spazi, ecco perché l’Ingegnere deve pensare al modo in cui questo spazio verrà vissuto. Quindi dovrà immedesimarsi in coloro che utilizzeranno i vari ambienti.
La psicologia e l’interior design hanno molti più punti di contatto di quanto si possa immaginare.
Un ambiente ha un effetto psicologico su di noi, perciò il ruolo del progettista è quello di creare un luogo piacevole e che influenzi positivamente l’umore delle persone.
Quando si è chiamati a progettare una casa o un determinato spazio bisogna tenere conto di determinati fattori:
- destinazione d’uso della struttura o di quel determinato spazio
- tipologia ed età dei fruitori
- disposizione degli spazi
- luminosità
- scelta dei corpi illuminanti
- studio dei colori
- scelta dell’arredamento
Una casa arredata in modo pacchiano, disordinata, poco illuminata e sporca farà scaturire in noi una “voglia di andar via” perché quell’ambiente ci influenza negativamente.
Al contrario, una casa pulita, ben illuminata, areata e arredata con gusto, ci farà percepire una sensazione di benessere.
Come rendere più umana una stanza o una casa
Quando un soggetto sceglie di affittare o acquistare una casa le prime cose a cui pensa sono: come arredare? come tinteggiare le pareti?
L’ ingegnere per rendere l’ ambiente più umano deve rivolgere particolare attenzione alla scelta dei colori (studio cromatico), dell’arredamento e dell’illuminazione (studio illuminotecnico). Alcuni scienziati hanno constatato che i colori rosso, giallo e arancio sono colori eccitanti, mentre il blu, il viola e il verde hanno un effetto calmante; quindi bisogna fare una scelta cromatica in base alla destinazione d’uso dei vari ambienti.
Grazie alla scelta corretta dei colori, non solo si avrà una trasformazione dell’ambiente ma, il cambiamento migliorerà anche la qualità della vita.
Scegliere la giusta illuminazione per ogni ambiente non è facile in quanto bisognerà creare la giusta armonia all’interno della casa, trovando il corpo luminoso più idoneo a risaltare quella determinata stanza e i suoi arredi.
L’arredamento va progettato o scelto in funzione degli spazi di cui si dispone, dalla tipologia dei fruitori (adulti o bambini) e del contesto in cui è localizzata l’ abitazione.
Ponendo particolare cura alla scelta dei colori, dell’arredamento e dell’illuminazione miglioreremo la vivibilità della nostra casa.
Negli ultimi anni è stata introdotta una nuova figura professionale, ovvero l’interior designer che si occupa proprio dell’ideazione di spazi abitativi.
Lo studio di alcune strutture complesse : ospedali e istituti penitenziari
La progettazione architettonica di una struttura complessa si divide in più fasi. Il progettista dovrà per prima cosa esaminare e studiare la tipologia di struttura ad oggetto, controllandone i requisiti e gli schemi funzionali che dovrà attuare nel progetto. Una buona analisi delle aree principali della struttura garantirà la sua funzionalità ed efficienza.
Cosa hanno in comune gli ospedali e gli istituti penitenziari?
Sia negli ospedali che negli istituti penitenziari, ci sono persone che sono costrette a vivere quegli ambienti perché hanno dei problemi di salute (nel primo caso) o perché hanno commesso dei reati e devono essere rieducati (nel secondo caso).
In entrambe le strutture ci sono persone che vivono questi spazi semplicemente perché vi lavorano, perciò è molto importante dedicare particolare attenzione alle aree a loro riservate.
Il malato e il detenuto vivono le loro giornate nella propria stanza (cella nel caso del carcere) di ridotte dimensioni e spesso anche in condivisione con altre persone.
In entrambe le strutture vi sono delle aree comuni dedicate all’incontro con i propri familiari.
Questi sono solo alcuni de punti che le strutture hanno in comune, ma bastano a farci capire quali sono le linee guida da tenere in considerazione per la progettazione seppur differente di questi due luoghi.
La localizzazione di queste strutture
Nell’umanizzazione di strutture complesse non si può tralasciare la scelta della localizzazione dell’edificio che si vuole realizzare. Negli ultimi anni le istituzioni hanno scelto di realizzare gli istituti penitenziari nelle periferie delle città.
Questa scelta non rappresenta un’evoluzione in positivo, anzichè prendere coscienza della realtà penitenziaria e del disagio sociale, si preferisce raggirare il problema separandolo dal resto della società.
Se gli istituti penitenziari fossero posizionati all’interno delle città, si indurrebbe il detenuto all’autocritica, perché vedrebbe sfuggire inesorabilmente la vita all’esterno della propria cella.
Lo stesso vale per gli ospedali, gli hospice e le case di riposo per anziani. Queste strutture vengono edificate nelle periferie perché così non ricordano alla comunità la malattia e la morte. L’allontanamento manifesta la volontà di respingere queste strutture considerandole degli elementi di disturbo della vivibilità e della qualità del quartiere che le ospita.
Umanizzazione degli spazi di cura e di reclusione
L’architettura ospedaliera e penitenziaria dovrebbe mirare a rispettare le regole del “buon abitare” e di “qualità edilizia”, soffermandosi maggiormente su quest’ultimo requisito.
La progettazione di queste due strutture dovrebbe cambiare ed essere in qualche modo coerente con la maturità sociale del nostro tempo.
Il rapporto tra architettura e malattia o tra architettura e detenzione è essenziale ed articolato, anche se di fatto al dibattito politico si è affiancato raramente il dibattito architettonico.
Il progettista incaricato della progettazione di una di queste due tipologie edilizie, deve creare e gestire una struttura diversa e innovativa; capace di associare alla buona progettazione architettonica i necessari livelli di sicurezza senza tralasciare i principi di dignità e umanità, efficienza strutturale, l’innovazione tecnologica e il risparmio energetico.
Si è sempre parlato di qualificazione cromatica degli spazi, di areazione e illuminazione degli stessi e di energie rinnovabili. Tutto ciò non basta in quanto, le nuove strutture dovranno essere studiate isolando termicamente ogni comparto edilizio, risolvendo così il problema dello scambio termico.
Quest’ultima problematica è rinvenibile in tutte le vecchie strutture, soprattutto in quelle in calcestruzzo armato realizzate negli anni ’80; caldissime in estate e fredde in inverno. Tutte le aree devono essere ben collegate anche con collegamenti interni, questo per ottimizzare l’organizzazione e la circolazione del personale.
Camere ospedaliera
E’ importante che le camere ospedaliere siano ben illuminate ed arredate, in tal modo il paziente può sentirsi sereno e rilassato contrastando le sensazioni che normalmente si provano quando si entra in un ospedale.
Andrebbe posta particolare attenzione alla postazione del famigliare che si prederà cura del malato, dotando la stanza di una poltrona che permetta di assistere il paziente in tutta comodità.
L’ obiettivo da porsi, è quello di progettare una camera ospedaliera/una cella in modo da contenere un massimo di due persone.
Cella
Il regolamento edilizio fissa alcuni requisiti igienico-sanitari che, a mio avviso vanno rispettati anche nella progettazione di una cella:
- l’altezza netta interna utile dei locali non inferiore a m. 2,70;
- le camere da letto devono avere una superficie minima di mq.9 se singole, di mq.14 se doppie;
- tutti i locali devono essere dotati di aerazione e illuminazione naturale diretta e spazi esterni liberi, detti locali devono essere provvisti di finestre apribili (non inferiori ad 1/8 della superficie del pavimento).
I metri quadrati minimi della superficie della cella sono un requisito importantissimo che, a causa del sovraffollamento o dell’uso di vecchie strutture, non è quasi mai verificato negli istituti penitenziari italiani.
L’importanza della psicologia nella progettazione di una struttura complessa
Importantissima è la funzione che lo psicologo svolge all’interno di un sistema complesso come quello ospedaliero o penitenziario, pertanto si spera che in futuro possano nascere collaborazioni tra Ingegneri e Psicologi utili nella fase di studio e progettazione di queste strutture per rendere gli spazi più organizzati e a misura d’ uomo.
Inoltre gli psicologi aiuterebbero i progettisti a limitare l’impatto che la struttura avrebbe su gli operatori e su chiunque sia costretto a vivere queste realtà.
Come si possono evitare i traumi derivanti dalla visita di un genitore detenuto?
Per quanto riguarda gli istituti penitenziari bisogna esaminare con particolare attenzione l’impatto che la struttura ha sui bambini, costretti a vivere questa realtà ogni volta che si recano a trovare i propri genitori. A tal proposito negli anni si sono studiate tre diverse soluzioni: la ludoteca, la stanza dell’affettività e le aree verdi.
La ludoteca è uno spazio dove i genitori detenuti possono passare alcune ore in compagnia dei propri figli, in un ambiente gradevole e pieno di giochi.
La stanza dell’affettività è uno spazio arredato come una vera e propria casa, dove la famiglia che si riunisce ha la possibilità di cucinare, consumare un pasto insieme, giocare o fare i compiti con i bambini e altre attività.
Grazie alle aree verdi i detenuti possono incontrare i familiari all’aperto e i genitori possono giocare con i propri bambini in quanto si ha a disposizione un settore attrezzato con i giochi.
Questi incontri sono controllati attraverso delle videocamere a circuito chiuso, evitando così la presenza fisica dell’agente di polizia penitenziaria.
Ricordo che queste aree vengono create per mascherare la realtà penitenziaria, rendendo l’incontro tra detenuti e figli il meno traumatico possibile.
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