FoodTecnologia

Yuka: l’app che rivoluzionerà il modo di fare la spesa?

3 Mins read
yuka

Ultimo dei 3 articoli del filone “Evitiamo gli sprechi ed organizziamo la nostra spesa“, questo articolo avrà come protagonista Yuka.
Come tutte le novità, ha portato con sé elogi e critiche, tanto da far sorgere la domanda: Yuka rivoluzionerà il modo di fare la spesa?

Vi spiego il perchè di questa domanda.

Fondatori Yuka

Fondatori Yuka

Nata nel gennaio 2017  (dall’idea di tre giovani professionisti francesi François e Martin Benoit insieme a Julie Chapon), in soli tre anni Yuka è stata scaricata da oltre 25 milioni di persone che scansionano in media 5 milioni di codici a barre ogni giorno, in oltre 11 Paesi differenti. Ed i numeri sembrano essere stati rispettati anche qui in Italia dove, dopo il lancio avvenuto appena un anno fa (novembre 2020), gli utenti attivi sull’app sono più di 2 milioni.

Come funziona

Il funzionamento di Yuka è molto semplice. Basta scansionare (tramite il nostro smartphone) il codice a barre di un prodotto per ricavarne l’identikit, con un giudizio sul suo impatto sulla salute e l’ambiente. Per ogni prodotto “bocciato” vengono indicate fino a 10 alternative più salutari e sostenibili.

Scan Yuka

Scan Yuka

Ma come vengono valutati i prodotti alimentari?
Per la valutazione dei prodotti alimentari, Yuka si basa su tre criteri:

1) Le caratteristiche nutrizionali rappresentano il 60% della valutazione
Il metodo di calcolo si basa su quello del Nutri-Score che prende in considerazione i seguenti elementi: calorie, zuccheri, sale e grassi saturi come elementi negativi e proteine, fibre, frutta e verdura come elementi positivi.

Recommendations Yuka

Recommendations Yuka

2) La presenza di additivi rappresenta il 30% della valutazione
Secondo i vari studi esistenti, a ciascun additivo è assegnato un livello di rischio: nessun rischio (disco verde), rischio limitato (disco giallo), rischio moderato (disco arancione), a rischio (disco rosso). In presenza di un additivo che consideriamo a rischio (disco rosso), il punteggio massimo del prodotto è fissato a 49/100. In questo caso, tale criterio può quindi rappresentare più del 30% del punteggio.

3) L’aspetto bio rappresenta il 10% del punteggio
Si tratta di un bonus concesso ai prodotti biologici, ovvero quelli con il logo ufficiale nazionale o europeo. Vieta l’uso di pesticidi chimici, che possono rappresentare un rischio per la salute.

Questi appena elencati sono i criteri di valutazione dei soli alimenti. Yuka ha nel suo database anche una corposa lista di cosmetici, anch’essi sottoposti a criteri di valutazione per l’assegnazione del punteggio. Qui i criteri di valutazione.

Quale è lo scopo finale di Yuka

Senza tanti giri di parole, Yuka intende consegnare all’utente uno strumento che permetta di fare scelte più consapevoli e d’impatto sull’ambiente in merito alla propria alimentazione e cura della persona.

L’impatto sociale di Yuka è già stato misurato in alcuni studi. Un’indagine commissionata dai suoi ideatori (2019) mostra infatti come, a seguito della lettura della “scheda anagrafica” del prodotto:

– il 92% degli utenti non acquista i prodotti con giudizio negativo;
– l’83% compra meno ma meglio. Questo aiuta nell’ottica di riduzione degli sprechi alimentari;
– l’84% acquista più materie prime, vale a dire cibi non trasformati o minimamente trasformati, così da ridurre l’acquisto di prodotti che richiedono una filiera di produzione più intensa;
– il 78% sceglie più prodotti biologici, utili alla nostra salute ed a impatto minimo sull’ambiente.

Elogi e critiche

Dunque, come Yuka rivoluzionerà il modo di fare la spesa?

Dati alla mano (quelli appena elencati), sembra che sia stata in grado di raggiungere un obiettivo perseguito da tanti e raggiunto da pochi: rendere il consumatore più consapevole nei suoi acquisti.

Ma così potrebbe non essere.

Di recente Yuka è finita nel mirino dell’Antitrust che afferma: “Il consumatore potrebbe essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti che esibiscono un giudizio positivo di NutriScore o Yuka, dunque a fidarsi di questi sistemi per fare scelte alimentari personali. E questo in modo indipendente dalle esigenze individuali in termini di dieta e stile di vita e dalla frequenza di assunzione di un certo alimento.

Il timore è che l’etichetta Nutri-Score, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto.

A tal proposito, interessante è l’opinione di Beatrice Mautino (al secolo @divagatrice su IG), divulgatrice scientifica con un passato nelle neuroscienze e nelle biotecnologie, la quale ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo È naturale bellezza. Luci e ombre dei cosmetici bioin cui affronta un intero capitolo dedicato al fenomeno Yuka ed al perchè sarebbe da prendere con le pinze.

 

Fonte foto: Yuka (https://yuka.io/it/stampa/)

Related posts
AttualitàTecnologia

Registro delle opposizioni: stop al telemarketing selvaggio

3 Mins read
Dopo anni di segnalazioni, finalmente è stata presa una decisione da parte del Governo Italiano. Si è espresso sulla questione telemarketing pubblicando…
Food

Cornetto Algida Desire: l'estate inizia adesso

2 Mins read
Cornetto Algida- Capitolo 1 “L’estate comincia quando inizi a desiderarla” L’arrivo imminente dell’estate riaccende la voglia e il desidero di freschezza e…
Food

Pumpkin Spice Latte: un sorso d'autunno

2 Mins read
Ottobre: salutiamo l’estate e diamo il benvenuto all’autunno, un periodo magico, di transizione che anticipa l’arrivo del lungo e freddo inverno. Come…